“Nessuno meglio di me sa cosa sta provando Antonella, la madre di Arcangelo Correra. Vorrei abbracciarla e piangere insieme a lei. L’incubo di sabato mattina, l’ho già provato sulla mia pelle. Ed è anche per il dolore che accomuna me e Antonella, che chiedo allo Stato di fare qualcosa per i figli di Napoli: qui girano troppe armi, sono in tanti a vivere con la pistola addosso”.
Parole forti quelle della madre di Renato Caiafa, il 19enne attualmente recluso a Poggioreale dallo scorso sabato 9 novembre, da quando si è recato spontaneamente in Questura per rilasciare dichiarazioni autoaccusatorie: sarebbe stato lui a sparare il colpo che ha raggiunto l’amico Arcangelo Correra, maggiorenne da pochi giorni, mentre stava maneggiando un’arma che ha riferito di aver trovato occultata sotto la ruota di un’auto, tra via dei Tribunali e piazza Sedil Capuano, nel centro storico di Napoli.
A portare Renato Benedetto Caiafa in carcere è stata la madre, Anna Elia, che nel corso della giornata odierna, lunedì 11 novembre, ha rilasciato diverse interviste ai media. La donna era anche la madre di Luigi Caiafa, il 17enne ucciso da un poliziotto nell’ottobre del 2020 durante un tentativo di rapina nei pressi di via Duomo ed è la vedova di Ciro Caiafa, ucciso a circa un mese dopo il figlio. I sicari entrarono in azione all’interno della sua abitazione.
Gli inquirenti hanno sottoposto a fermo Renato Caiafa per i reati di porto d’arma illegale e per ricettazione ed è indagato per omicidio colposo: “È un bravo ragazzo. Ha compiuto da poco 19 anni, si arrangia a fare l’aiutante pizzaiolo. Cinque anni fa ha perso suo fratello Luigi e il padre in pochi mesi: lascio immaginare che cosa si porta dentro mio figlio”, ha dichiarato la madre.
“So solo quello che mi ha raccontato lui. Ho le sue parole che mi rimbombano in testa. Mi ha detto: ‘Mamma vai da Antonella (la madre di Arcangelo) e diglielo che è stato un errore, che non volevo, che non so perché è partito quel colpo’. Mi ha anche raccontato la scena dello sparo: mi ha detto che si stavano passando tra le mani la pistola quando è partito un colpo che ha raggiunto alla fronte Arcangelo. Arcangelo ha parlato per qualche secondo. Ha detto agli amici di non preoccuparsi ‘che non era successo niente’, fino a quando poi ha perso conoscenza. Lo hanno portato in sella allo scooter in ospedale”.
In merito alla pistola Renato Caiafa ha affermato di averla trovata poco prima appoggiata sulla ruota di una macchina parcheggiata e che non ne aveva mai maneggiata una, non era capace di capire se fosse vera o finta.
La madre ha detto di escludere che la pistola fosse del figlio, “chi possiede un’arma ha soldi, perché le pistole costano, e mio figlio non ne aveva di soldi”. La donna ha lanciato un appello alle istituzioni, “di intervenire tra i vicoli di Napoli, di garantire un futuro ai nostri figli. Per me lo Stato è processi, forze dell’ordine, provvedimenti restrittivi. E ho sempre perso con lo Stato, anche quando scoppiò il caso della rimozione del Murale dedicato a mio figlio: lo hanno tolto, lo Stato ha vinto, ma io vedo ancora tanti ragazzi armati in giro”.