Mentre nelle coscienze degli spettatori di “Chi l’ha visto?” rimbombano ancora le parole della madre di Vincenzo Ruggiero, il 25enne attivista gay ucciso e fatto a pezzi da Ciro Ruggiero, che nel corso della trasmissione andata in onda lo scorso mercoledì 13 settembre ha raccontato e ripercorso il dramma di quei giorni, dall’angoscia dei giorni in cui erano vive le ricerche del giovane al dolore per la scoperta della sua tragica fine, il complice del 35enne autore dell’atroce delitto, avrebbe rilasciato una testimonianza che lascia emergere nuovi dettagli intorno ad una vicenda che continua a sbigottire per la ferocia che la contraddistingue.
«Due anni fa Ciro Guarente mi confessò di voler uccidere la sua fidanzata Heven. Mi chiese se conoscessi qualcuno al quale commissionare il delitto. Io gli dissi che occorrevano 40mila euro, ma lui non accettò perché era un importo che non poteva sostenere». Queste le dichiarazioni che avrebbe rilasciato agli inquirenti Francesco De Turris, – secondo quanto riporta “Il Mattino” – pregiudicato di Ponticelli, presunto complice di Ciro Guarente. Sarebbe stato De Turris a fornire l’arma con la quale Guarente ha inflitto i ue colpi mortali a Ruggiero – peraltro la pistola non è stata mai ritrovata – e a consigliargli come uccidere il 25enne. La complicità del pregiudicato di Ponticelli nell’omicidio di Vincenzo è emersa grazie alle intercettazioni telefoniche. De Turris, la sera del 10 agosto, sotto la spinta delle domande pressanti dei magistrati della Procura di Napoli nord, aveva confessato.
Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Valentina Giovanniello che lo riguarda, vengono inserite una serie di confessioni di De Turris. Le sue dichiarazioni, ora, aggravano la posizione di Guarente, reo confesso. Ciro, dunque, stando a quanto dichiarato dal suo complice, avrebbe progettato di ammazzare anche Heven due anni prima. A distanza di due anni, invece, Guarente stravolge quel piano omicida e a finire nel suo mirino è Vincenzo, l’amico al quale Heven è molto legata e con il quale condivide la casa di via Boccaccio ad Aversa.
«A luglio di quest’anno, mi disse: tutto a posto, l’ho fatto, l’ho ucciso – si legge ancora nel verbale in cui è riportata la testimonianza di De Turris – successivamente mi confidò che aveva comprato da un grosso ferramenta che si trova a Poggioreale, una sega e un’ascia perché doveva tagliare il cadavere».
Intanto, in seguito alle tensioni tra detenuti che si sono registrate nel carcere che ospita l’assassino, Ciro Guarente, e il padre della sua vittima, il Dap ha disposto il secondo trasferimento in due mesi per il 35enne autore dell’omicidio di Vincenzo.
Da alcuni giorni, Guarente è detenuto a Matera, trasferito d’urgenza dal carcere di Poggioreale dove era stato condotto nei primi giorni di agosto. Quando fu arrestato, fu disposto che venisse trasferito a Santa Maria Capua Vetere in quanto, nel carcere napoletano, si trovava già recluso il padre di Vincenzo, detenuto per reati contro il patrimonio.