Dal 16 al 18 febbraio il Trianon Viviani offre un intenso fine settimana, con un appuntamento teatrale e due musicali.
Si inizia venerdì 16, alle 21, con Gigliola De Feo in “Dialoghi col Vulcano“, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Ersilia Saffiotti, che vede la partecipazione, come «voce del Vesuvio», di Francesco Paolantoni.
Sabato 17, sempre alle 21, Fiorenza Calogero torna a calcare il palco del teatro di Forcella con il suo nuovo recital “Desiderio. Gli anni ’50 della Canzone napoletana“.
Ultimo appuntamento domenica 18, alle 20, con il concerto di Canio Loguercio in “A fil’ ‘e voce“.
Il Trianon Viviani si avvale del sostegno del ministero della Cultura, la Regione Campania (fondi ordinari e Poc 2014-2020) e la Città metropolitana di Napoli, con il patrocinio di Rai Campania.
Gigliola De Feo in “Dialoghi col Vulcano“ – venerdì 16 febbraio, ore 21
Gigliola De Feo è la protagonista di “Dialoghi col Vulcano“, un testo tratto liberamente dal romanzo omonimo di Ersilia Saffiotti.Adattato per il teatro e diretto da Riccardo Citro, lo spettacolo sarà in scena al Trianon Viviani venerdì 16 febbraio, alle 21.L’autrice – e con lei, la protagonista – mostra, senza schermi, le sue storie di donna alla ricerca di sé, l’incontro con gli altri, soprattutto con gli ultimi, il rapporto con la spiritualità e con il suo angelo custode, scugnizzo come lei. Sono storie di napoletanità che si dipanano in un intenso dialogo verbale con il Vesuvio, radice di vita e amico generoso che capisce anche quando non gli arrivano parole e spiegazioni.Spiega De Feo: «Ognuno di noi, ogni spettatore può trovare in questo spettacolo qualcosa di sé e del suo rapporto con la madre terra, anche chi non è napoletano, perché nell’opera si va oltre il dato materiale, immediato, della nascita». «La napoletanità, il rapporto con essa, spesso faticoso ma certamente a volte anche salvifico – prosegue l’attrice –, è un tratto che può appartenere anche a chi non nasce all’ombra del Vesuvio e il nostro spettacolo, in fondo, dice esattamente questo: bisogna trovare la propria chiave, la propria identità, e poi andare, con speranza, coltivando il coraggio di vivere e riconoscendo finalmente se stessi».In scena con De Feo lo stesso Riccardo Citro e Maria Teresa Iannone. I costumi e le scene sono firmati da Luigi Spezzacatene, le musiche da Daniele De Santo, con il disegno luci di Ennio De Gregorio. L’assistente alla regia è Jole Mariniello, il tecnico del suono Francesco Cerqua.La canzone “Vesuvio” è cantata dalle EbbaneSis. Gli acquerelli sono di Gaetano Gravina.Dialoghi col Vulcano è prodotto dalla Falegnameria dell’Attore e da Ersilia Saffiotti, che cura anche l’organizzazione generale.
Fiorenza Calogero in “Desiderio. Gli anni ’50 della Canzone napoletana“ – sabato 17 febbraio, ore 21
Prima assoluta, sabato 17 febbraio, alle 21, per il nuovo concerto “Desiderio” di Fiorenza Calogero.In questo nuovo recital, l’artista stabiese interpreta la Canzone napoletana degli anni ’50, a partire dal repertorio dei due precursori, Roberto Murolo e Renato Carosone, che si affermano in modo particolare nei night clubs. Il primo contribuisce a liberare la melodia partenopea dagli eccessi retorici e melodrammatici che la caratterizzavano fino a quel momento. Il secondo fonda con Gegè Di Giacomo e Peter Van Wood un famoso trio e trasforma le canzoni in piccoli spettacoli, come con Caravan petrol, Tu vuo’ fa’ l’americano e Torero. Seguirà la canzone, di gusto più “italiano”, di Domenico Modugno.Accompagnano Calogero, Carmine Terracciano (direzione musicale e chitarre), Enzo Anastasio (sax, flauto e clarinetto), Luigi Castiello (contrabbasso) e Domenico Monda (percussioni).L’allestimento scenico e il coordinamento sono di Gennaro Monti, gli elementi scenografici di Pasquale Minichino e il progetto grafico di Marcello Vitale.La produzione e l’organizzazione di Desiderio è di Migrazioni sonore.
Canio Loguercio in “A fil’ ‘e voce“ – domenica 18 febbraio, ore 20
Canio Loguercio debutta al Trianon Viviani domenica 18 febbraio, alle 20, con “A fil’ ‘e voce“. Il concerto è un viaggio lento fra “ammore” e memoria che si intrecciano sullo sfondo di un paesaggio immaginario, lungo il filo di una storia provvisoria che si avvolge continuamente su se stessa. In esso Loguercio intesse un racconto intimo fra struggimenti e smarrimenti. Tra le canzoni più̀ famose del suo repertorio e altri inediti tratti dall’ultimo album omonimo, come Nuttata senza Dio, scritto da Paolo Varriale. «A fil’ ‘e voce – spiega il cantautore lucano – è un progetto completamente acustico, senza ritmica, in cui cerco di proporre il mio approccio decisamente intimo alla canzone in lingua napoletana, tra brani originali e tradizionali». «Vorrei quasi riuscire a cantare in silenzio – prosegue Loguercio – e immaginare un concerto come una sorta di buco nero in cui tutta l’enorme energia che contiene una canzone possa svelarsi, per l’appunto, attraverso un sottile “filo di voce”». In questo progetto, il musicista è coadiuvato da Giovanna Famulari al violoncello, Massimo Antonietti alla chitarra ed Ermanno Dodaro al contrabbasso.