Una carovana di centinaia di persone ha inondato le strade del quartiere napoletano di Barra, nel tardo pomeriggio di giovedì 30 marzo.
Una marcia silenziosa, alla quale hanno aderito politici, realtà parrocchiali, tantissimi cittadini, giovani, bambini, molti dei quali accompagnati anche da cartelloni sui quali hanno riportato frasi significative: “non siamo un quartiere di serie B”, “Barra vuole vivere”, “Barra riparti…amo, uniti si può, uniti si deve”, “insieme daremo un futuro migliore ai vostri figli, basta degrado siamo stufi”.
Qualcuno ha marciato sventolando la bandiera della pace: il segno più eloquente dell’esasperazione generata dalla “guerra di casa nostra”, quella che si combatte tra le strade della città e che tiene in ostaggio le vite dei civili.
Il corteo, partito da piazza Vincenzo De Franchis, si è snodato lungo le strade principali del quartiere dell’area orientale dei Napoli.
Guai a definirla “marcia anticamorra”: la motivazione che ha portato i cittadini barresi a sfilare uniti tra le strade del quartiere, scaturisce sì dai recenti fatti di cronaca, ma non è la ragione che ha spinto la comunità ad esternare in maniera silenziosa, ma efficace il proprio stato d’animo.
“Barra non è solo camorra”: potrebbe riassumersi così l’intento perseguito dagli abitanti del quartiere, intenzionati ad accendere un riflettore su una realtà di cui si parla solo in riferimento a fatti di cronaca, ma che accoglie tanta gente onesta, stanca sì di vivere in balia della criminalità, ma ugualmente stufa di vedersi costretta a fronteggiare il degrado e le tante criticità che si registrano sul territorio. Una marcia voluta per sottolineare i deficit che sviliscono la qualità della vita degli abitanti del quartiere e che penalizzano soprattutto i bambini, i ragazzi.
Un quadro assai delicato quello tratteggiato dalle criticità segnalate dai cittadini e che fornisce un’istantanea nitida della situazione che si vive tra la strade del quartiere che funge da anello di congiunzione tra Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, i due quartieri con i quali Barra concorre a costituire la VI Municipalità: quella geograficamente più estesa, oltre che quella più densamente popolata dell’intera città di Napoli, ma anche quella che registra le criticità maggiori sotto più aspetti.
Un quartiere che di contro registra la presenza di ben 15 ville vesuviane che da sole potrebbero conferire un’importante impronta turistica ad un contesto ricco di storia, arte e tradizione popolare, come sottolinea il secolare attaccamento alla festa dei Gigli. E’ il ritratto della tristemente comune “opportunità mancata”. Barra, come molti altri contesti napoletani, potrebbe brillare di luce propria, grazie ad opere di riqualifica a 360 gradi: a partire dalla crisi che sta costringendo tantissime attività a calare definitivamente le saracinesche, passando per la scarsa pulizia delle strade e alla poca attenzione che l’amministrazione dedica al decoro urbano.
Le criticità sono tante, al pari delle potenzialità del quartiere che non vengono valorizzate o sfruttate. Un cane che continuerà a mordersi la coda, se le istituzioni non raccolgono e fanno loro l’appello lanciato dai barresi: “Non ci abbandonate”.
Foto: Eduardo Mazzarella