Entro la fine di questa settimana potrebbero passare a 14 le regioni nelle quali sono necessarie misure più restrittive di quelle in vigore in tutto il Paese. Il ministro della Salute Roberto Speranza sta valutando in particolare la situazione di Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto.
A livello nazionale, non si pensa ad un lockdown generale, ma ad una soluzione simile.
Il ministro della Salute Roberto Speranza sta valutando in particolare la situazione della Campania.
Al vaglio i dati di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Cinque Regioni che, secondo gli esperti, potrebbero veder rivalutati verso l’alto i propri parametri nei prossimi giorni e per le quali è necessario “anticipare” gli interventi.
L’indicazione che arriva dagli scienziati per Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto è chiara: “Sulla base dell’ultimo monitoraggio ci sono quattro regioni che vanno verso un rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive” ha detto Silvio Brusaferro.
Tutte e quattro, secondo il documento dell’Iss e della cabina di regia, si trovano nello scenario 4 (il peggiore tra quelli ipotizzati), con un rischio moderato ma “con probabilità alta di progressione a rischio alto”.
La Campania ha un’incidenza di casi per 100mila abitanti di 633,48, sotto solo alle regioni già rosse, 21.434 nuovi casi in una settimana (seconda solo alla Lombardia), un rapporto positivi/tamponi salito in una settimana dal 10,5% al 18,1%.
I governatori di tre delle quattro regioni a rischio – Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia – stanno studiando un’ordinanza ‘comune’ per evitare di scivolare dalla fascia gialla a quella arancione o rossa.
L’idea è quella di introdurre autonomamente nelle tre regioni misure più restrittive di quelle già in vigore: restrizioni alla mobilità e contro gli assembramenti.
Il presidente della Campania Vincenzo De Luca continua invece a ribadire che per la sua regione non c’è alcuna decisione da prendere. “La collocazione è stata decisa ieri a fronte della piena rispondenza dei nostri dati a quanto previsto dai criteri oggettivi fissati dal ministero della Salute”.
Già Abruzzo, Basilicata, Liguria e Toscana sono state affiancate a Sicilia e Puglia in zona arancione, mentre la provincia di Bolzano è stata posta in zona rossa assieme a Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.
Per ora l’ipotesi di un nuovo lockdown totale non è al vaglio del governo, più propenso ad attendere di vedere gli effetti del Dpcm del 3 novembre sulla curva dei contagi e solo allora si deciderà.
Dal loro canto, i medici continuano ad invocare il lockdown: dopo Anelli, ad invocare il ‘tutto chiuso’ è stato infatti il presidente della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti: “Serve una zona rossa in tutta Italia”.
Se si aggiungessero le quattro regioni indicate dall’Istituto superiore di Sanità, resterebbero in zona gialla solo Lazio, Molise, Marche e Sardegna, oltre alla provincia di Trento.
Intanto il Viminale ha espressamente chiesto ai prefetti di convocare i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica per incrementare i controlli ed evitare gli assembramenti nelle zone più frequentate di città e località turistiche.
L’obiettivo è anche quello di coordinare con i sindaci la chiusura di quelle strade e piazze più a rischio assembramenti.