Rileggere quel post che Davide Astori scrisse 5 anni fa, non appena apprese la notizia della morte di Carmelo Imbriani, fa venire i brividi.
“Condoglianze a questo grande giocatore che purtroppo ci ha lasciato”: questa la frase che il capitano della Fiorentina dedicò al calciatore morto nel febbraio del 2013, dopo aver combattuto per diversi mesi contro un brutto male. Una frase pubblicata insieme ad una foto che ritraeva Carmelo esultante con la maglia del Benevento e proprio ila squadra sannita ha omaggiato la memoria di Davide Astori scendendo in campo con una maglia speciale, domenica 11 marzo al “Franchi” di Firenze.
E’ toccata proprio al Benevento la prima partita contro i viola dopo il tragico lutto che ha sconvolto la squadra mentre era in ritiro una settimana fa. Sulla manica sinistra ci sono i loghi di Fiorentina e Benevento, e una scritta semplice che va dritta al cuore: #ciaoDavide13. In casa sannita c’è grande commozione per la tragedia che ha colpito la famiglia viola, proprio perchè il drammatico addio al capitano Davide Astori fa rivivere l’angoscia dei giorni dell’addio a Carmelo Imbriani, capitano giallorosso diventato nel frattempo allenatore della sua squadra, portato via giovanissimo dalla malattia dopo un lungo calvario.
Anche Astori, come Imbriani ha dimostrato che il calcio può unire, grazie all’esempio e ai valori riversati in campo dai suoi interpreti più valorosi e che sanno farsi portatori sani di sentimenti buoni.
Prima del fischio d’inizio, gli altoparlanti suonano «La terra degli uomini» di Jovanotti («Son sempre i migliori che partono / ci lasciano senza istruzioni»), l’omaggio silenzioso al capitano dura ben oltre il solito minuto di raccoglimento. I giocatori abbracciati in mezzo al campo, al Franchi ci sono i due fratelli Bruno e Marco, il papà Renato. La mamma non se l’è sentita, come la compagna Francesca. Al loro fianco il vicepresidente gigliato, Salica. In tribuna ci sono anche i patron Della Valle, Andrea e Diego, tornati allo stadio dopo molto tempo.
Lacrime e brividi, prima di cominciare una partita che poi è stata una partita vera, com’era giusto che fosse. Decisa appunto dal gol della riserva di Astori, un colpo di testa sotto la curva dei 1500 del Benevento che prima di cominciare si sono uniti al dolore dei sostenitori viola con uno striscione delicato, «Un ricordo non muore finché vive nel tuo cuore».
Lo striscione degli ultrà della Fiesole occupa tutta la curva: «Ci sono uomini che non muoiono mai, ci sono storie che verranno tramandate in eterno, ciao Capitano». Al minuto 13 l’arbitro Pasqua ferma il gioco e parte la coreografia: la scritta Davide, bianca, su uno sfondo viola grande come tutto lo stadio.
«Davide uno di noi» canta il Franchi alla fine della partita. Tutti in piedi, commossi ed emozionati, consapevoli che il ricordo di quel ragazzo leale e perbene non morirà mai.
Astori come Imbriani ha saputo dimostrare che il calcio sa unire grazie all’esempio umano di quegli interpreti che sanno farsi portatori sani di sentimenti buoni.