L’incubo senza fine di chi fugge dal suo paese, sfidando la sorte e la morte, per ritrovarsi a vivere un incubo ancor più pesto, una volta giunto in Italia. Storie silenziose, drammi che si consumano tra l’indifferenza e il distacco di una società, fisicamente vicina, idealmente ancora troppo distante a tutto ciò che è “diverso”.
Il mercato della prostituzione, intanto, dilaga lungo le strade italiane e non risparmia le minorenni che soprattutto dalla Nigeria vengono fatte approdare per rifocillare le casse della malavita.
La cronaca odierna conferma e rilancia l’attualità del problema, in virtù dell’arresto eseguiti dagli agenti della squadra mobile della Questura di Caserta che hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nei confronti di una donna di nazionalità nigeriana e di un uomo italiano, per i delitti di riduzione in schiavitù o servitù, induzione e sfruttamento della prostituzione ed estorsione, pluriaggravati in concorso, commessi ai danni di una cittadina nigeriana minorenne, di anni sedici.
Nel corso delle indagini è emerso che i due fermati, unitamente ad altri complici, si erano impegnati a far giungere in Italia, sotto minaccia, la vittima, la riducevano in uno stato di soggezione continuativa, sequestrandola in una abitazione di Castel Volturno e costringendola ad esercitare la prostituzione, sfruttandone i proventi.
In particolare, la malcapitata, sottoposta dagli indagati a rito voodoo, veniva ridotta ad uno stato di profonda prostrazione e costretta alla prostituzione, dietro minaccia di mali ulteriori per lei e per la propria famiglia.
Un calvario che aveva auto inizio nel settembre 2016 e subito dalla donna fino allo scorso febbraio, quando la donna riuscì a scappare dall’abitazione nella quale veniva segregata, quando non costretta a prostituirsi.
All’atto dell’esecuzione, è stato individuato anche un terzo soggetto, sempre di nazionalità nigeriana, stimato essere un complice dei due indagati.