Svolta nelle indagini sulla morte di Marta, la 33enne ucraina trovata senza vita ai piedi di un dirupo a Barano d’Ischia il 13 luglio 2024. Nella mattinata odierna, mercoledì 16 aprile, i Carabinieri della Compagnia di Ischia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del compagno della vittima, un 41enne di origini russe, ritenuto responsabile del reato di omicidio doloso pluriaggravato.
Il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura, a seguito di ulteriori sviluppi investigativi coordinati dalla IV Sezione “tutela delle fasce deboli della popolazione”. Decisive le intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre alla consulenza medico-legale, che hanno permesso di ricostruire una dinamica definita chiaramente omicidiaria.
Secondo quanto accertato, Marta era già vittima di maltrattamenti da parte dell’uomo, con episodi documentati di violenze fisiche, minacce, bruciature e comportamenti ossessivi. L’aggressore le avrebbe inoltre impedito di sottoporsi alle cure psichiatriche necessarie.
Il 13 luglio, dopo una caduta in un dirupo vicino alla roulotte in cui viveva, la donna avrebbe contattato il compagno chiedendo aiuto. L’uomo, invece di prestare soccorso, si sarebbe recato sul posto durante la notte, colpendola con un pugno al volto per poi soffocarla, provocandone la morte per asfissia meccanica. A suo carico, anche l’aggravante di aver approfittato delle condizioni di vulnerabilità della vittima.
L’uomo era già stato fermato pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere per maltrattamenti aggravati dall’evento morte. Ora, alla luce degli ulteriori elementi emersi, il GIP ha disposto la misura cautelare in carcere presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale.
Le indagini proseguono per delineare nel dettaglio il quadro accusatorio. Intanto la vicenda rilancia l’allarme sulle violenze domestiche e sulla necessità di protezione per le vittime vulnerabili.