La notizia del fermo di Vincenzo Sarno, boss di Ponticelli, collaboratore di giustizia dal 2009, conferma l’attendibilità delle notizie pubblicate da Napolitan.it.
Un’inchiesta solitaria, avviata nel 2018 dalla giornalista Luciana Esposito che pubblicò il video che ritraeva Giuseppe Sarno e Patrizia Ippolito, moglie di Vincenzo Sarno, collegati in diretta facebook con amici e parenti da un bar, mentre erano sotto protezione, e lanciavano messaggi espliciti.
Da quel video scaturì l’inchiesta che pochi mesi dopo portò all’estromissione dal programma di protezione per entrambi i protagonisti della diretta social. Giuseppe Sarno fu trasferito in carcere, mentre a Patrizia Ippolito fu concesso di restare a vivere nell’appartamento messo a disposizione dal programma di protezione, in quanto unica tutrice legale del figlio minorenne, in quanto suo marito Vincenzo Sarno all’epoca era detenuto in carcere.
Scarcerato nel 2021, da collaboratore di giustizia ha iniziato immediatamente ad attivarsi per rifondare un’organizzazione camorristica, un fatto ampiamente riscontrato dai fatti emersi di recente e che hanno portato al fermo di Vincenzo Sarno, convalidato nel corso della mattinata odierna, sabato 8 febbraio.
Nell’estate del 2023 il boss Vincenzo Sarno, mentre era sotto protezione, aveva annunciato la volontà di tornare a Ponticelli e di ufficializzare il ritorno sulla scena camorristica locale mettendo la firma su un omicidio eccellente: quello della giornalista Luciana Esposito, l’unica ad aver acceso un riflettore sulle malefatte dei Sarno sotto protezione e soprattutto artefice, secondo Vincenzo Sarno, dell’estromissione dal programma di protezione di sua moglie e suo fratello Giuseppe.
Minacce ribadite sui social a gennaio del 2024 quando Vincenzo Sarno pubblicò un post su Instagram in cui mostrava la foto del tatuaggio scalfito sulla sua coscia sinistra, una frase estrapolata da una canzone di Gigi D’Alessio, unitamente a una frase minatoria indirizzata alla giornalista e alle sue fonti, definite “infami” dal boss e collaboratore di giustizia.

Proprio perché in quella circostanza, come fece suo fratello Giuseppe, ha violato le limitazioni imposte dal programma di protezione, utilizzando i social per comunicare con l’esterno, Vincenzo Sarno fu estromesso dal programma di protezione e trasferito in carcere dove ha scontato il residuo della pena che pendeva sul suo capo. Una volta tornato in libertà ha impugnato la decisione di estrometterlo dal programma di protezione, chiamando in causa il Tar e al contempo ha portato a compimento il piano annunciato un anno prima tornando a Ponticelli per compiere delle estorsioni.
Lo scorso 6 febbraio è stato sottoposto a fermo d’urgenza. In provincia di Massa Carrara, la Squadra Mobile di Napoli, con l’ausilio del Servizio Centrale di Protezione, ha eseguito un provvedimento di fermo del Pubblico Ministero, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di Vincenzo Sarno, gravemente indiziato del reato di omicidio aggravato dal metodo mafioso.
La giornalista Luciana Esposito ha commentato la notizia del fermo di Vincenzo Sarno in un video pubblicato sui social: