“La mia bandiera si potrà anche strappare, ma non mi aggrappo a nessun’altra”: una frase dai contenuti espliciti, quella apparsa nelle stories di Instagram di alcuni giovani legati ai De Luca Bossa e rimarcata dall’emoticon che raffigura proprio una bandiera nera sulla quale è scalfito il diminutivo del clan “DLB”, la sigla rappresentativa del clan del Lotto O di Ponticelli, sbandierata, per l’appunto, da gregari ed affiliati che hanno scelto di restare dalla parte dei più deboli, alludendo chiaramente alla decisione della maggior parte degli ex sodali che invece sono confluiti nel clan De Micco.
Un clan debilitato dagli arresti e dagli omicidi, pochissimi gli affiliati a piede libero, costretti a restare arroccati nel Lotto O, ma di recente i rivali del clan De Micco avrebbero iniziato a minare anche la magra fetta di territorio preservata dai De Luca Bossa. Forti della migrazione di una massiccia rappresentanza di affiliati che hanno lasciato la barca dei De Luca Bossa prima che affondi per passare dalla parte dei De Micco, questi ultimi potrebbero approfittare del momento di oggettiva e tangibile difficoltà della cosca rivale per infliggere il colpo di grazia.
A compromettere definitivamente i De Luca Bossa ha concorso soprattutto il voltabandiera più eclatante, quello che ha visto gli Amitrano tornare in affari con i De Micco, malgrado in seguito alla prima battuta d’arresto di questi ultimi, non esitarono a confluire nell’alleanza di cui il clan del Lotto O era parte integrante, malgrado i gravi conti in sospeso legati a un passato tutt’altro che superato.
Una scissione che ha ulteriormente indebolito i De Luca Bossa, non solo in termini numerici, ma principalmente per la politica avviata dagli Amitrano per fornire una prova di fedeltà ai De Micco andando a taglieggiare i soggetti che fino a quel momento erano tenuti a versare la tangente ai De Luca Bossa. L’imposizione di iniziare a pagare i De Micco, consegnando il denaro a un emissario degli Amitrano, lancia un segnale eclatante che depaupera ulteriormente di forza, proventi e credibilità la cosca del Lotto O.
Dai social giunge la conferma dell’alleanza tra i Casella e i Minichini-De Luca Bossa, complice il matrimonio tra Martina Minichini e il ras Luigi Austero celebrato di recente, malgrado siano entrambi detenuti.
Traccia uno scenario analogo anche il supporto alla cosca del Lotto O “sbandierato” dai figli di una figura di spicco della camorra degli anni ’80, tra i condannati all’ergastolo per la strage del bar Sayonara. Si tratta dei cosiddetti “pazzignani” che di recente hanno riabbracciato anche Giovanni De Stefano soprannominato “Giovannone” per via della sua grossa stazza fisica. Il fratello dell’ergastolana Luisa De Stefano e zio del collaboratore di giustizia Tommaso Schisa è tornato in libertà dopo aver trascorso svariati anni in carcere. I rumors che si susseguono nei rioni del quartiere, invece, indicano vicina ai De Luca Bossa anche la famiglia arroccata nella zona delle cosiddette “case murate” del rione De Gasperi e prettamente costituita dagli stessi soggetti che finirono dietro le sbarre insieme a Giovanni De Stefano per le minacce e le estorsioni indirizzate a Carmine Sarno detto “Topolino” in seguito alla decisione dei fratelli di collaborare con la giustizia. La compagine delle “case murate”, di recente, ha ufficializzato l’alleanza con i D’Amico del Conocal pubblicando una serie di foto sui social.
Del resto, nei mesi precedenti, erano stati avvistati assiduamente nel Conocal anche alcuni elementi di spicco del clan radicato a Caravita e che rappresentava una succursale dei De Luca Bossa. Un blitz, lo scorso novembre, ha inflitto un’ulteriore stangata alla cosca del Lotto O, privandola del supporto di questi ultimi che senza dubbio garantivano l’appoggio più consistente.
Per quanto i reduci dei De Luca Bossa appaiono troppo deboli per organizzare un attacco frontale ai De Micco, la forza della disperazione scaturita dall’imposizione del pizzo da parte di questi ultimi nelle zone storicamente sotto il loro controllo, potrebbe legittimare il clan a tentare un ultimo, disperato atto di ribellione, quantomeno per provare a preservare il controllo dei propri fortini. Non è solo questo scenario ad accrescere le paure dei civili che temono che di qui a poco possa scoppiare una nuova guerra di camorra tra le strade del quartiere. I De Micco, dal loro canto, potrebbero approfittare della situazione per chiudere definitivamente i conti con i rivali di sempre, cancellando ogni traccia dei De Luca Bossa da Ponticelli.
Del resto, le ruggini e le rivalità tra i due clan, soprattutto nel passato recente sono spesso sfociate in episodi eclatanti che hanno inferto un duro colpo all’orgoglio di un clan intransigente come quello dei De Micco, non ultima l’azione denigratoria andata in scena a settembre del 2022 in via Carlo Miranda, uno degli arsenali dei “Bodo”. In quell’occasione fu parcheggiata in strada un’auto risultata rubata, imbrattata da scritte denigratorie e offensive indirizzate proprio ai De Micco con tanto di water adagiato sul tettuccio. L’auto fu poi data alle fiamme.
Uno dei tanti episodi che ben esprime l’odio atavico che intercorre tra i due clan, storicamente impegnati in una guerra degenerata ben oltre il mero controllo del territorio e che proprio per questo, in qualsiasi momento, potrebbe sfociare nell’ennesimo sussulto di camorra.