Arrestato il giovane che lo scorso mercoledì 17 gennaio è stato vittima di un agguato a Napoli nel quale sono stati esplosi ben 80 colpi d’arma da fuoco e in cui è rimasta ferita anche una donna di 68 anni, estranea a dinamiche criminali.
Si tratta del 18enne Giuseppe Nicola Moffa che, secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile e dalla Dda di Napoli è l’autore del raid in cui lo scorso 11 dicembre rimasero feriti Ciro Vecchione, attore nella film “La paranza dei bambini” e ritenuto dagli inquirenti legato a un gruppo criminale del quartiere della Sanità.
Nel raid che Moffa ha messo a segno in sella a uno scooter nel pressi delle cosiddetta “Case Nuove” rimase ferita anche la fidanzata di Vecchione che si trovava insieme a lui a bordo di una Smart.
Per la Squadra Mobile, coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, e la Procura di Napoli l’episodio avvenuto a dicembre si inquadra, appunto, in una “allarmante fibrillazione” tra il clan Contini (componente di rango della federazione criminale chiamata Alleanza di Secondigliano) e il gruppo criminale a cui apparterrebbero, rispettivamente, Moffa e Vecchione.
Mercoledì scorso, nella zona delle “Case Nuove”, Moffa è sopravvissuto un agguato dove sarebbero entrati in azione ben otto killer armati, riportando solo lievi ferite. Il 18enne avrebbe trovato riparo dietro le auto in sosta.
Un agguato eclatante che ha seminato terrore nel cuore della città. Esplosi quasi 80 colpi da arma da fuoco tra corso Arnaldo Lucci e via Toscano. Il 18enne ferito alla gamba e una passante di 68 ferita al gluteo: questo il bilancio finale di quella che poteva tramutarsi in una strage di innocenti.
Immediata la replica degli investigatori che poco dopo il raid hanno interrotto un summit in un appartamento di via Nuova Poggioreale.
In carcere sono finiti Gennaro Leone, Giuseppe Marigliano, Angelo Esposito, Ortega Jennsi Ovalle. Sono tutti sono accusati di porto di arma da fuoco aggravato dalla finalità mafiosa. Altri due congiunti dei Marigliano e un’altra persona sono stati rilasciati dopo essere stati fermati perché quando gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno fatto irruzione nell’appartamento si trovavano in un’altra stanza. Riuniti intorno al tavolo nel salone della casa vi erano quattro persone e su un tavolo lì vicino c’era una pistola calibro 9×21, carica e pronta all’uso, con matricola abrasa.
Gli investigatori della squadra mobile di Napoli ritengono che i quattro siano tra gli autori o quantomeno tra i mandanti del clamorosa sparatoria in corso Arnaldo Lucci, angolo via Toscano dove sono stati esplosi ben 80 proiettili da più armi e anche da un revolver contro un ragazzo di 18 anni.