Non solo la cosca radicata nella zona delle “case murate” del rione De Gasperi di Ponticelli, sotto le direttive di un ex Sarno, ma anche il clan rifondato di recente nelle palazzine di via Matilde Serao a Caravita avrebbe stretto un’alleanza con i D’Amico del rione Conocal di Ponticelli.
Tre compagini che singolarmente non dispongono della forza camorristica necessaria per sostenere una guerra, meno che mai potrebbero mirare a contrastare la forza egemone dei De Micco, la cosca che detiene il controllo degli affari illeciti a Ponticelli e che avrebbe esteso il business oltre i confini del quartiere. Numericamente superiori, i De Micco dispongono della forza economica e militare per preservare la leadership senza sforzi eccessivi, una certezza consolidata soprattutto dal supporto dei Mazzarella.
Di contro, le costellazioni dissidenti costituite da un esiguo numero di reclute, relegate nelle porzioni dei rispettivi rioni di cui detengono il controllo, avrebbero deciso di unire le forze, pur guardandosi bene dal lanciare il guanto di sfida ai leader di Ponticelli.
Un’indiscrezione trapelata dalla testimonianza delle famiglie residenti nel rione Conocal.
Nella fattispecie, in via al chiaro di luna, la zona controllata dai D’Amico, nelle ultime settimane, in più circostanze si sarebbero svolti summit tra i vertici delle due cosche entrate in affari di recente con i cosiddetti “fraulella”. In particolare, gli abitanti del rione segnalano la presenza sporadica del ras di Caravita, mentre con maggiore frequenza sarebbero stati avvistati l’ex Sarno attivo nella zona delle “case murate” del rione De Gasperi e suo figlio, legato sentimentalmente a una ragazza del Conocal. Un’unione che avrebbe favorito l’ingresso nell’organizzazione nascente di alcuni familiari della giovane, a loro volta imparentati con altri esponenti della malavita locale. Un’affiliazione ostentata sui social network: in diverse occasioni, i rampolli del clan nascente si sono mostrati complici e sorridenti nei frame pubblicati sui rispettivi profili.
Un assetto strategico che vede confluire in un’unica organizzazione i reduci dei dissidenti dei De Micco, sopravvissuti ad agguati ed arresti, fatta eccezione per i Casella, negli ultimi tempi entrati in conflitto con il clan del Conocal. Proprio i recenti raid subiti dai D’Amico avrebbero spinto il clan a cercare il supporto delle altre compagini presenti sul territorio, favorendo così la nascita di un gruppo costituito da circa 15 persone, intenzionate a fare fronte comune, seppure appaiano tutt’altro che intenzionati ad attaccare i De Micco, almeno per il momento. Il focolaio camorristico nascente nel Conocal potrebbe optare per una politica più prudente, in vista delle imminenti scarcerazioni di diversi affiliati al clan dei “fraulella”, arrestati nell’ambito del blitz del 2016 e che hanno ormai finito di scontare la pena. Proprio dal fronte giudiziario i D’Amico attendono i risvolti più importanti, sicuri al contempo che i prossimi blitz possano concorrere a creare uno scenario utile a favorire la loro ascesa.
Non è escluso che possa collocarsi in questo ambito il ferimento di Massimiliano Baldassarre detto ‘a serpe: il 47enne, stimato essere il reggente del clan di Caravita che lo scorso venerdì 17 novembre è stato raggiunto da un proiettile al braccio destro, mentre si trovava in un’autolavaggio di Pollena Trocchia.