Continua ad aggravarsi la crisi idrica in Italia. Le piogge di gennaio non sono riuscite a invertire un trend che appare sempre più catastrofico e preoccupante. Il Po si sta prosciugando. I grandi laghi alpini sono semivuoti. Il deficit idrico sta devastando il Nord Italia. Il 2023 è cominciato segnando record negativi per il Po e i laghi settentrionali che vedono la loro portata dimezzata rispetto ai dati raccolti nel 2022. In particolare, quello che un tempo era noto come il “Grande Fiume” oggi è “l’immagine di una crisi idrologica che pare senza fine”. È quanto si legge nell’ultimo report di Anbi, l’associazione che rappresenta consorzi di bonifica e irrigazione.
Come il Po, anche i grandi laghi del Nord – la più grande riserva idrica della Penisola – sono in sofferenza. Le percentuali di riempimento sono sostanzialmente “inferiori a quelle del Gennaio 2022”, ha denunciato Anbi. La situazione più critica è stata riscontrata in Lombardia dove i cinque laghi prealpini più importanti d’Italia sono per tre quarti vuoti. Secondo i dati Arba Lombardia citati da Legambiente, i bacini possono consentire lo stoccaggio di 1,3 miliardi di metri cubi di acqua ma, data l’esiguità degli immissari, al momento contengono solo circa 350 milioni di metri cubi di acqua (200 milioni in meno rispetto al 2022).
Sprezzante della situazione drammatica che si registra su scala nazionale, tra le rovine del rione De Gasperi di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli, il connubio tra totale assenza di manutenzione e menefreghismo delle istituzioni, seguita a tradursi in copiose fuoriuscite di acqua corrente e fognaria, complice lo stato di avanzato deterioramento delle tubature che da diverso tempo stanno manifestando ampi segnali di cedimento che sfociano proprio in copiose perdite d’acqua. Veri e propri laghi artificiali che oltre a rendere le strade del rione difficilmente percorribili ai pedoni, costituiscono un serio pericolo per la stabilità del manto stradale.
L’esistenza di un vero e proprio fiume di liquami ed acqua corrente che scorre incessantemente sotto il rione è un dato di fatto noto ed ampiamente documentato. Una situazione che contribuisce a minare la stabilità del manto stradale, oltre che dei 28 isolati e che in un passato recente è già sfociata in una vistosa voragine. A gennaio del 2021, in seguito al cedimento di una parte di un marciapiede, i vigili del fuoco giunti sul posto, scoprirono una voragine ben più ampia nel sottosuolo che si estendeva su tutta la carreggiata stradale per una profondità di circa dieci metri.
Un segnale palpabile del pericolo concreto in cui si lasciano vivere le 656 famiglie alloggiate nel rione De Gasperi di Ponticelli, pari all’incirca a duemila abitanti.
La porzione di strada che da Via Angelo Camillo de Meis conduce nel rione, all’altezza del ponte della circumvesuviana, non di rado ospita pozzanghere che rendono visibile all’esterno lo stato di affanno manifestato dal sottostante impianto idrico e fognario. Così come conferma l’intervento resosi necessario nel 2018 per scongiurare il pericolo di cedimento del manto stradale. Risulta piuttosto indicativo il fatto che, anche in questi giorni, ancora una volta in quella stessa porzione di strada, si registri la puntuale presenza di una vistosa pozzanghera di acqua putrida e maleodorante.
I residenti in zona non possono fare altro che allertare “Napoli Servizi”, l’ente preposto per gli interventi di questo tipo, seppure consapevoli che si tratti di una “soluzione tampone”. Nella migliore delle ipotesi, i tecnici giungeranno nel rione tra qualche giorno per limitare, nel peggiore dei casi, l’interruttore generale che consente all’acqua corrente di sfociare dai rubinetti delle case del rione verrà chiuso per scongiurare pericoli più seri e verrà riaperto chissà quando, negando a migliaia di persone la possibilità di usufruire dell’acqua corrente. Talvolta, la ditta addetta all’espurgo delle fogne, si limita a risucchiare l’acqua in eccesso, senza “scavare a fondo” per individuare l’effettiva fonte del problema e studiare una risoluzione efficace e definitiva.
Non si tratta, infatti, di un caso isolato.
Da diversi anni l’impianto fognario che oltrepassa il rione sta manifestando ampi segni di cedimento in più porzioni di strada: le fuoriuscite di liquami dal tombino che stanzia nei pressi del ponte della Circumvesuviana, in particolare, alimentano un fiume di acqua putrida e maleodorante che si estende per diversi metri, non solo quando piove.
Il problema relativo allo stato di salute dell’impianto idrico e fognario del rione De Gasperi introduce una criticità ancor più seria, trattandosi di tubature principalmente costituite da amianto. Motivo per il quale, i tecnici addetti alla manutenzione, non di rado si rifiutano di maneggiare le suddette tubature per non esporre la propria salute a pericoli tangibili. E nel Rione De Gasperi tutto resta com’è.
Inoltre, al danno si aggiunge anche la beffa.
Già perchè il Comune di Napoli sta chiedendo agli abitanti del rione di pagare le eccedenze, ovvero, quell’esubero di acqua che scorre incessantemente, seppure quella condizione non sia affatto imputabile alla condotta dei residenti in zona, per lunghi periodi di tempo finanche costretti a non poter usufruire dell’acqua corrente.
Sprezzante delle situazioni dalle quali scaturisce quell’esubero di consumi di acqua corrente, il Comune di Napoli chiede agli abitanti del rione De Gasperi di sborsare cifre da capogiro per famiglie mantenuta da lavoratori umili ed onesti e che oscillano tra i 500 e i 600 euro.
Accade nel 2023, a Ponticelli: il quartiere più a Sud d’Europa, mentre il Nord Italia s’interroga su come osteggiare la crisi idrica.