Resta alta l’attenzione delle forze dell’ordine tra le strade di Ponticelli dove, durante una consueta attività di controllo da parte dei carabinieri sono stati ritrovate delle cartucce.
In via Eugenio Montale, presso il Lotto 9B, i militari dell’arma hanno rinvenuto 4 cartucce calibro 7,65 all’interno di un’intercapedine ricavata nel porticato dello stabile.
Appena due mesi fa quella stessa strada fu teatro di un duplice omicidio in cui persero la vita il 29enne Carlo Esposito detto Kallon, unico e reale obiettivo dell’agguato e il 53enne Antimo Imperatore, il tuttofare del rione che si trovava in casa di Esposito per aiutarlo a ristrutturare l’abitazione in cui era in procinto di trasferirsi con la sua compagna.
Il basso, teatro del duplice omicidio, fino allo scorso aprile era abitato da Giovanni Palumbo detto “il piccione”, arrestato insieme al boss Marco De Micco e ad altre figure di spicco del clan De Micco con l’accusa di aver partecipato, a vario titolo, all’omicidio del 23enne Carmine D’Onofrio, figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa.
Antonio Pipolo, il killer che uccise Esposito e Imperatore, poche ore dopo il duplice delitto, si consegnò spontaneamente alle forze dell’ordine avviando un percorso di collaborazione con la giustizia.
Un evento che ha stravolto gli equilibri camorristici del quartiere, già labili e precari in seguito all’arresto del boss Marco De Micco e che ha concorso ad introdurre una faida interna al clan De Micco, oltre a quella perennemente in atto con i De Luca Bossa. Tutto lascia presagire che l’omicidio di Esposito abbia legittimato “la resa dei conti” tra i De Micco e i De Martino. L’omicidio di Esposito, infatti, rappresenta a tutti gli effetti un inaspettato atto di epurazione interna al clan. Un omicidio che maturò contestualmente alla scarcerazione del ras Francesco De Martino e che ha introdotto un clima di tensione palpabile tra i rioni sotto la sfera egemone dei De Martino. Lo comprova il recente arresto di Alessio Velotti, stimato essere uno dei reduci più autorevoli del clan rifondato sui relitti dei De Micco nel 2017, proprio per dare man forte a questi ultimi e preservare il controllo del territorio, malgrado l’incombente minaccia costituita dall’alleanza tra le vecchie famiglie d’onore di Napoli est. Il 22enne è stato arrestato perchè i poliziotti del commissariato di Ponticelli lo hanno trovato in possesso di una pistola carica e pronta a sparare. Un fatto che conferma l’esigenza di guardarsi le spalle girando armati per sventare il pericolo di un tutt’altro che improbabile agguato, unitamente alla necessità di marcare il territorio inscenando delle vere e proprie ronde.