Un fragoroso spettacolo pirotecnico ha accolto il ritorno nel Rione De Gasperi di Ponticelli di Francesco Amitrano, fratello del ras Domenico.
Il nipote dei fratelli Sarno è tornato in libertà dopo aver scontato una pena di 12 anni in carcere. Un evento celebrato nella zona delle cosiddette “case murate” dell’ex fortino dei Sarno con una lunga carrellata di fuochi d’artificio, così come comprovano i tanti video pubblicati sui social network.
La famiglia Amitrano riabbraccia uno dei suoi “leoni in gabbia”, così come sottolinea il video divulgato sui social dalla sorella dell’ormai ex detenuto. Oltre a Domenico, soprannominato Mimì a puttana, anche suo figlio, Romualdo detto Aldo, è finito dietro le sbarre di recente. Per il 25enne, già noto alle forze dell’ordine, le porte del carcere si sono aperte lo scorso maggio, quando i poliziotti del commissariato di Ponticelli lo hanno trovato in possesso di nove involucri di marijuana e di 225 euro. Estendendo i controlli nell’appartamento del Rione De Gasperi in fase di ristrutturazione nel quale il giovane, in procinto di diventare padre, era prossimo a trasferirsi, hanno rinvenuto altre buste di marijuana per un peso complessivo di circa 400 grammi.
La decisione di Amitrano junior di trasferirsi dal rione Lotto O, fortino del clan De Luca Bossa, al Rione De Gasperi, roccaforte del disciolto clan Sarno, rappresenta uno dei tanti indizi che lascia presagire che la chiacchierata alleanza tra gli Amitrano e i De Luca Bossa sia ormai solo un ricordo.
Destò molto scalpore, perchè Mimì Amitrano entrò in affari con il clan che decretò la morte di suo cugino Luigi, piazzando un‘autobomba nel ruotino di scorta dell’auto guidata da quest’ultimo, nipote ed autista del boss Vincenzo Sarno. Una bomba che secondo i piani di Antonio De Luca Bossa doveva esplodere quando, come ogni domenica, il boss Vincenzo Sarno si sarebbe recato in commissariato a firmare e che invece fu innescata anzitempo dal dissesto del manto stradale, provocando la sola morte del giovane nipote ed autista dei Sarno. Solo per una fortuita casualità, Domenico Amitrano, quella sera, non si trovò a bordo dell’auto insieme a suo cugino. Ciononostante, a distanza di circa 30 anni dall’attentato che ufficializzò la scissione dei De Luca Bossa dai Sarno, Amitrano è entrato in affari con gli eredi di Tonino ‘o sicco.
Secondo i rumors che serpeggiano negli ambienti malavitosi, si sarebbe trattato di una “finta alleanza” e che entrambe le parti, in realtà, miravano a colpirsi vicendevolmente, alla prima occasione utile.
In seguito all’arresto di Giuseppe ed Umberto De Luca Bossa – rispettivamente fratello e figlio di Antonio – avvenuto contestualmente a quello di Domenico Amitrano, lo scenario è mutato repentinamente. La gestione degli affari di famiglia è passata tra le mani della sorella di quest’ultimo, principalmente dedita alla compravendita delle case – soprattutto quelle “murate” – del Rione De Gasperi di Ponticelli e che lo scorso inverno ha pagato un atto d’irriverenza, un affronto indirizzato al boss Marco De Micco subendo un violento pestaggio in strada.
Secondo i rumors che si avvicendano negli ambienti malavitosi, di recente, Domenico Amitrano sarebbe passato sul libro paga dei De Micco e attualmente sarebbe quest’ultimo clan a provvedere al suo mantenimento in carcere. Un ritorno all’ovile, dunque, per il ras di Ponticelli, in quanto, prima di allearsi con i De Luca Bossa era già affiliato al clan dei “Bodo”. Un legame consolidato anche da un vincolo di parentela con uno degli elementi di spicco del clan capeggiato da Marco De Micco, poi rinnegato per passare dalla parte della cosca del Lotto O, allorquando i vecchi alleati stavano attraversando il primo, vero momento di difficoltà. Un cambio di casacca dettato da esigenze prettamente economiche e che ha indotto Amitrano finanche ad ignorare le più austere regole imposte dal vecchio codice d’onore, dimenticandosi di quel cugino fatto saltare in aria da Tonino ‘o sicco.