Un epilogo preannunciato e anche facile da immaginare. Stessa sorte, stesso destino del suo compagno per Marianna Fabozzi, la madre del piccolo Antonio Giglio.
L’episodio di violenza partecipata messo a segno dai detenuti del carcere di Poggioreale, avvenuto lo sabato scorso ai danni di Raimondo Caputo, vittima di un autentico linciaggio per mano dei suoi compagni di cella, si è ripetuto all’interno del carcere femminile di Pozzuoli: un gruppo di recluse ha accerchiato ed aggredito Marianna Fabozzi arrestata ieri, colpendola violentemente con calci e pugni.
Nel tentativo di difendere la Fabozzi dal linciaggio sono rimaste contuse anche due agenti della Polizia Penitenziaria, che vengono adesso medicate e refertate in ospedale. Come era già successo a Poggioreale, anche per salvare la donna dal linciaggio delle altre detenute è stato necessario il tempestivo intervento della Polizia penitenziaria.
L’aggressione è avvenuta nel giorno in cui si celebra la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto con un messaggio affermando che «la lotta alla pedopornografia passa anche attraverso una corretta educazione in grado di insegnare la cultura del rispetto per l’altro. Per questo occorre mobilitare tutti i soggetti che entrano in contatto con il mondo dei giovani – la scuola, le attività educative, i media, i social network – affinché contribuiscano a questa causa e rifiutino ogni forma di indifferenza nei confronti degli abusi sui minori». «Tutelare l’infanzia e l’adolescenza – ha proseguito Mattarella – in primo luogo contro lo sfruttamento sessuale è un dovere dal quale nessuno può ritenersi esonerato: i bimbi sono il centro e il futuro di ogni società ed è intollerabile tradire la loro fiducia».