Seppure in Italia, dal 1° maggio, le restrizioni anti-covid sono state allentante con l’abolizione del green pass per l’accesso ai luoghi aperti al pubblico (fatta eccezione per ospedali e Rsa) e la proroga delle mascherine al chiuso solo per i contesti più a rischio, il virus continua a diffondersi. La variante più diffusa è Omicron 2, la cui contagiosità è pari a quella del morbillo. Il tasso di positività nel nostro paese si attesta al 15,4%. Ed è in questo contesto che scatta l’allarme Omicron 4 e 5, due sottolignaggi di Omicron. Nei giorni scorsi, in Italia è stata isolata Omicron 4, mentre sia BA.4 che BA.5 sono responsabili di tre quarti delle infezioni in Sudafrica.
La variante Omicron 4 è stata isolata e genotipizzata presso il laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza, mentre nel mondo si registra la rapida diffusione anche Omicron 5. Soprattutto in Sudafrica dove rappresenta la maggior parte dei contagi attuali.
Gli studi recenti forniscono però notizie rassicuranti, in quanto risulterebbe che le nuove varianti sarebbero più contagiose di Omicron, ma chi si è ammalato di BA.1 avrebbe solo una piccola protezione contro i due nuovi sottolignaggi. Peggiora decisamente la situazione per i non vaccinati.
È quanto emerge da una ricerca coordinata dall’Africa Health Research Institute di Durban in Sudafrica e pubblicata su medRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerche prima della valutazione da parte della comunità scientifica.
Omicron 4 e Omicron 5 hanno avuto origine rispettivamente a metà dicembre e nei primi giorni di gennaio. Poi da aprile hanno iniziato a diffondersi velocemente in Sudafrica. Con la ricerca gli studiosi hanno verificato la capacità di neutralizzare le due varianti con il siero di 39 persone che si erano infettate con BA.1: 24 di loro non erano vaccinate, mentre 15 si erano ammalate nonostante avessero ricevuto i vaccini Pfizer-BioNTech o Johnson & Johnson.
È quanto emerge da una ricerca coordinata dall’Africa Health Research Institute di Durban in Sudafrica e pubblicata su medRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerche prima della valutazione da parte della comunità scientifica.
Omicron 4 e Omicron 5 hanno avuto origine rispettivamente a metà dicembre e nei primi giorni di gennaio. Poi da aprile hanno iniziato a diffondersi velocemente in Sudafrica.
I risultati dello studio non lasciano dubbi: nei non vaccinati la capacità neutralizzante cala di 36 volte contro Omicron 4 e 37 volte contro Omicron 5.