La variante Omicron, in questo momento, in Italia rappresenta il 53% del virus in circolazione nel nostro Paese, ma al contempo si registra la presenza di tre nuove varianti. A segnalarlo è il genetista Massimo Zollo, coordinatore della task force sul Covid-19 del Ceinge.
Secondo l’Istituto Ceinge, Biotecnologie avanzate di Napoli, sarebbero tre le “sorelle della variante Omicron del Covid, attualmente in circolazione in Italia”, dove – secondo il centro di eccellenza – “non si rileva più la presenza della Delta, né di varianti diverse dalla Omicron”. Quest’ultima rappresenta ormai il 100% del virus circolante ed ha soppiantato in Italia completamente la Delta, ma – secondo il genetista Angelo Boccia, del gruppo di Bioinformatica dell’istituto – “la sua prima versione, la BA.1 si sta contraendo per l’incalzare della BA.1.1, presente per il 36%, e della BA.2, pari al 5%, mentre una terza sottovariante, nominata BA.3, è al momento molto poco presente”.
La sottovariante Omicron BA.1 è quella prevalente, se si considerano tutti i casi di infezione degli ultimi 60 giorni, ma si sta gradualmente assottigliando, mentre BA.2 e BA.1.1 si stanno progressivamente espandendo.
Nell’analisi delle mutazioni accumulate dalle sotto-varianti, poi, gli esperti hanno spiegato che è possibile parlare di “somiglianze di famiglia”, ma con alcune precisazioni. “La sottovariante BA.1.1 è molto simile alle BA.1, da cui deriva. BA.2, al contrario, presenta mutazioni che la differenziano da BA.1. Si osservano anche nuove mutazioni, che non si sa se prenderanno piede.
Secondo quanto dichiarato dagli esperti, inoltre, sarebbe possibile prevedere che in tutte le sottovarianti di Omicron la maggior parte delle mutazioni si trova nella proteina Spike, con la quale il virus aggredisce le cellule umane.
Questo fenomeno lascia pensare che il virus stia cercando nuove chiavi di ingresso e vie d’uscita per sfuggire agli anticorpi. Tuttavia, per dimostrare questa ipotesi occorrono dati consolidati. A proposito, poi, delle altre mutazioni osservate, secondo gli esperti le stesse si trovano in particolar modo sulla proteina Nuclecapside, importante perché aiuta il virus a replicarsi e sulla quale non si nota al momento una pressione selettiva.