Notte concitata in via Franciosa a Ponticelli. Stavolta non per le fibrillazioni che da tempo la camorra sta facendo registrare, ma per fatti riconducibili alla microcriminalità.
I ladri entrati in azione la scorsa notte nel bunker del clan Casella hanno sottratto lo stereo e le 4 ruote da un’automobile.
A dare notizia del furto maturato nella notte è Luigi Aulisio che ha pubblicato un post con tanto di foto sul gruppo facebook “Sei di Ponticelli” che annovera più di 20mila membri. Una denuncia pubblica in piena regola quella del ras di una delle famiglie camorristiche più datate del quartiere: “Basta e basta con tutti sti danni”, scrive Alì.
Alì, vittima di un agguato lo scorso 29 ottobre, è anche il padre del 24enne Nicola Aulisio, arrestato lo scorso 21 marzo insieme a Giuseppe Righetto, fratellastro dei Casella. I due sono accusati di essere gli esecutori materiali degli agguati che hanno portato al ferimento di due soggetti vicini al clan XX, Rodolfo Cardone e Rosario Rolletta. Una sequenza di spari che ricostruisce le fasi salienti della faida tuttora in corso per il controllo del territorio, iniziata lo scorso settembre.
Rivendica più sicurezza, Aulisio chiede che il fenomeno della criminalità venga arginato, facendosi portavoce dello sfogo e dello stato d’animo che, in concerto con i suoi stessi sodali concorre ad imporre nella vita dei tanti ponticellesi onesti, vittime di estorsioni, abusi e soprusi da parte della camorra.
Aulisio invoca la fine dei “danni” sortiti dalla criminalità, proprio lui che viene indicato dai collaboratori di giustizia come il factotum dei Casella, un vero e proprio jolly dedito a tutte le attività, dalle estorsioni allo spaccio di droga, e sempre pronto a rendersi utile per rifocillare le casse del clan di famiglia.
Inoltre, non è da escludere che il furto subito dallo stesso Alì sia scaturito dalla necessità di assicurarsi una fonte di guadagno da parte di uno dei tanti tossici che abitualmente si recano in via Franciosa per acquistare droga, finanche dalle sue stesse mani.
L’unico dato certo è che questo episodio consegna, ai Casella e alla collettività, l’ennesima prova granitica del fatto che le quotazioni del clan siano sempre più in caduta libera, ancor più all’indomani dell’arresto di Righetto, la figura simbolo del clan, quella più esposta ed addentrata nelle dinamiche malavitose. Diminuiscono di giorno in giorno le persone che riconoscono autorità e rispetto ai Casella e il furto maturato la scorsa notte lo conferma.
Dal suo canto, Aulisio si è abilmente servito di quest’episodio per “recuperare terreno” agli occhi dell’opinione pubblica: consapevoli del fatto che a via Franciosa il velo d’omertà che copriva le loro malefatte è ormai caduto da tempo, i Casella cercano di allontanare lo spettro del dissenso pubblicando un post da “cittadino comune”, dando libero sfogo all’esasperazione condivisa da tutti i ponticellesi onesti e che in tanti vorrebbero indirizzare proprio verso i Casella e i loro gregari, amici ed affiliati.
Tantissimi i commenti di “solidarietà” in coda al post pubblicato da Aulisio: “Non se ne può più e come al solito, in questi casi, lo Stato è assente”, “poi dici che uno poi li spara”, “con il guadagno dei danni che fanno si devono comprare tutti fiori per il cimitero”.