Mentre si lavora per ripristinare la normalità ad Ercolano e negli altri comuni coinvolti dagli incendi che nelle ore precedenti hanno stretto in una morsa di fumo ed apprensione la popolazione, la procura di Napoli indaga per disastro ambientale e distruzione di habitat all’interno di un sito protetto (rispettivamente 452 quater e 733 bis del codice penale), reati che vanno ad aggiungersi all’ipotesi di incendio boschivo formulata nei giorni scorsi quando è stato aperto il fascicolo.
Il procuratore reggente Nunzio Fragliasso ha ricevuto oggi l’informativa dei Carabinieri Forestale che contiene l’esito degli accertamenti svolti finora. Alla base della configurazione degli altri due reati, i gravi danni all’ecosistema estesi anche in una vasta area del Parco Vesuvio. La procura di Napoli sta conducendo l’inchiesta in coordinamento con le procure di Torre Annunziata e di Nola. Al momento il procedimento è contro ignoti.
Secondo quanto si è appreso, nell’informativa consegnata al capo dell’ufficio giudiziario partenopeo, gli investigatori evidenziano che sulla natura dolosa di una parte dei roghi valutati non c’è dubbio.
Intanto, il Consigliere Metropolitano Michele Maddaloni, delegato del Sindaco Metropolitano Luigi de Magistris al Parco Nazionale del Vesuvio, ha comunicato che da lunedì i tecnici della Città Metropolitana di Napoli saranno al lavoro per l’immediata riapertura di via Vesuvio, la strada di accesso al cono del vulcano.
Dal prossimo lunedì 17 luglio le maestranze della Città Metropolitana potranno iniziare i lavori di messa in sicurezza.
Allo stato, la S.P. 140, che si sviluppa per 8 km all’interno del territorio del comune di Ercolano – comunemente detta via Vesuvio perché è l’unica via d’accesso al piazzale di quota 1000 m. da cui si raggiunge a piedi il cono del vulcano – è interrotta all’altezza della rotonda in cui si interseca con via San Vito. Ciò impedisce, di fatto, l’accesso ai cittadini, ma soprattutto ai tanti turisti che di norma quotidianamente vi si recano per godere dello spettacolo unico qual è quello che si può ammirare dal cratere. La strada sarà riaperta man mano che saranno messi in sicurezza i vari tratti. La durata prevista per l’ultimazione dei lavori è di circa 15 giorni.
A destare maggiore allarmismo sono le previsioni del tempo che preannunciano l’arrivo del vento sulla Campania nelle prossime ore e il coordinamento delle squadre antincendio trema: se soffierà troppo forte, o nella direzione sbagliata, il Vesuvio potrebbe tornare a bruciare con violenza.
Inoltre, per scongiurare la terribile ipotesi delle frane bisogna mettersi al lavoro immediatamente, il giorno dopo lo spegnimento dell’ultimo focolaio. Bisogna creare terrazzamenti, piccole dighe in grado di contenere le eventuali colate di fango, percorsi brevi e blindati per evitare che una eventuale frana possa prendere vigore. E poi bisognerà partire subito con la piantumazione di nuovi alberi per consentire alla natura di riconquistare il Vesuvio e ricominciare a proteggerlo. I danni causati dall’incendio, ovviamente, non sono quantificabili, bisogna mettere in fila le risorse per evitare danni idrogeologici, e quelle per la piantumazione che pure sono ingenti: un ettaro di alberi nuovi può costare anche ventimila euro, attualmente sarebbero necessari quattro milioni di euro solo per ricomprare gli alberi andati in fumo.