A soli 21 anni si è spenta Rita Cefariello, giovane abitante di Volla, affetta da atrofia muscolare spinale con grave deficit polmonare. La sua battaglia per la vita si è conclusa lasciando dietro di sé una famiglia devastata dal dolore e un’intera comunità che oggi si interroga su un sistema di assistenza che, secondo i familiari, ha fallito nel garantire il supporto necessario.
Secondo la madre di Rita, il peggioramento delle condizioni della figlia sarebbe stato innescato da una polmonite contratta dopo aver partecipato, il 22 novembre scorso, a una manifestazione per sollecitare la Regione Campania a sbloccare i fondi del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (FNA). “Mia figlia è morta a causa di una polmonite, arrivata dopo aver manifestato per chiedere ciò che le spettava di diritto”, ha dichiarato la donna al Corriere del Mezzogiorno.
Solo poche settimane prima, la madre di Rita aveva lanciato un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al governatore campano Vincenzo De Luca. In una lettera straziante, aveva chiesto alle istituzioni di immedesimarsi nel dramma delle famiglie costrette a gestire quotidianamente l’assistenza di figli gravemente disabili senza alcun aiuto concreto.
Ufficialmente, il decesso di Rita è stato attribuito a un arresto cardiaco, ma per i familiari il quadro clinico era compromesso da tempo, aggravato dall’assenza di un adeguato supporto economico e sanitario. “Dopo tutte queste battaglie, cosa dobbiamo ancora sentire? Che i fondi non verranno ancora erogati? Che gli arretrati non ci spettano? Intanto sono passati undici mesi e le famiglie dell’Ambito N24 sono ancora senza aiuti”, ha denunciato la madre.
La vicenda di Rita Cefariello non è un caso isolato, ma il simbolo di un’emergenza che colpisce migliaia di famiglie in Italia. Il ritardo nell’erogazione dei fondi FNA rappresenta un problema sistemico che si ripresenta ciclicamente, mettendo in ginocchio chi ha più bisogno. Le istituzioni, troppo spesso, rimandano la questione a cavilli burocratici e promesse di imminenti soluzioni che non arrivano mai.
Il diritto all’assistenza per le persone con disabilità continua ad essere un tema secondario o soggetto ai ritardi della macchina amministrativa. Mentre la politica che avrebbe il dovere di rispondere con azioni concrete, si rintana in un assordante silenzio. Il dolore di una madre che si sente abbandonata dallo Stato dovrebbe essere un campanello d’allarme per chi governa.
La morte di Rita solleva interrogativi urgenti: perché i fondi destinati all’assistenza dei più fragili non vengono erogati con tempestività? Quali garanzie vengono offerte alle famiglie che si occupano di persone con disabilità gravi? È accettabile che nel 2025 si debba ancora scendere in piazza per ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto fondamentale?