Il mondo dei social network, tanto vasto e sconfinato quanto ricco di insidie, non di rado, riserva amare esperienze agli adulti, figuriamoci ai minori, sempre più presenti sul web.
L’età media degli utenti che assiduamente frequentano i social network si è bruscamente abbassata. Così come, il tempo di permanenza giornaliero sui social aumenta progressivamente, portando i bambini a sviluppare una vera e propria dipendenza che aumenta di pari passo con la crescita.

Un trend che ha cambiato il modo di comunicare della popolazione globale e che inevitabilmente condiziona ed influenza le nuove generazioni, fin dai primi vagiti.
I cosiddetti nativi digitali imparano a misurarsi con un duplice modello comunicativo fin da subito e questo inevitabilmente si ripercuote sullo stile di vita e sulle abitudini dei minori. Ma vediamo in che modo.
Una recente ricerca di ExpressVPN sugli effetti dei social sulle nuove generazioni spiega in modo concreto quali sono gli effetti di facebook, instagram e tiktok sui nostri bambini e ragazzi.
L’aspetto più rilevante riguarda proprio il grado di attenzione che i genitori forniscono all’uso dei social da parte dei loro figli.
I genitori sanno ciò che i loro figli fanno online? Sebbene alcuni si informino più frequentemente di altri, il 54% ha dichiarato di controllare l’attività online dei figli ogni giorno o più di una volta al giorno.
I metodi più utilizzati sono il controllo di cellulari e tablet, la limitazione all’accesso, la sorveglianza dei figli mentre sono online o l’uso di software o applicazioni per il controllo parentale.
Per quanto riguarda le attività online con cui i genitori si sentono a proprio agio, l’87% dichiara di permettere ai propri figli di guardare video su siti come YouTube e Netflix. Oltre l’80% permette ai figli di giocare online, mentre il 28% dichiara di non avere problemi a consentire ai figli di accedere a Internet per consultare articoli.
Tuttavia, la cronaca contemporanea fornisce ampie prove rispetto al fatto che le insidie più grandi per i minori provengono dai social network. Basta pensare ai tanti casi recenti di suicidio scaturiti da atti di bullismo che si sono convertiti in cyberbullismo, attraverso le plurime possibilità di prendere di mira un soggetto puntando il suo profilo social. Un fenomeno dal quale perfino i personaggi celebri faticano a difendersi, tanto basta per comprendere quanto sia difficile per un minore preservarsi da questo genere di insidie.
Inoltre, navigando sui social, un minore può imbattersi in contenuti sensibili in grado di incutere stati d’animo negativi o di generare veri e propri traumi. Ogni esperienza va affrontata quando un soggetto raggiunge uno stato emotivo e un livello maturativo idonei, nonché in grado di elaborare le emozioni. Questo soprattutto per le prime esperienze con la morte, specie se violente. Basta pensare alle strazianti immagini dei migranti morti in mare che circolano sui social e che sortiscono un effetto lanciante sugli adulti. Immagini forti e ricche di una dilagante carica emotiva che potrebbero avere un impatto deleterio e devastante su un bambino, impreparato a relazionarsi con una realtà tanto atroce.
Infine, tra i vari pericoli ai quali sono esposti i minori che frequentano i social, primeggiano la pedofilia e il rischio di essere adescati da persone armate di intenzioni tutt’altro che innocue.
Un rischio tutt’altro che remoto che potrebbe tradursi anche in truffe online. Sempre più utenti, infatti, approfittano dei minori per farsi inviare foto di nudo che poi vengono pubblicate su siti pedopornografici o su chat di incontri a luci rosse.
Un mare in cui pullulano gli squali: questa la definizione più appropriata da affrancare al web e ancor più all’insidioso mondo dei social. Quindi, cosa fare per tutelare i propri figli?

Se dal loro canto i gestori dei più celebri social network cercano di tutelare i minori imponendo un tetto massimo d’età per iscriversi, i nostri ragazzi sono altrettanto abili a raggirare l’ostacolo fornendo delle false generalità per creare un profilo.
In primis, si consiglia ai genitori di scegliere un’unica piattaforma e dare un tempo di utilizzo giornaliero: mezz’ora di facebook o Instagram al giorno può essere sufficiente per sviluppare un’esperienza di socialità virtuale, senza però sviluppare un’assuefazione eccessiva.
Aspetto ancora più importante: impostare un dialogo aperto e sincero con i propri figli in modo da non farli sentire sotto la lente di ingrandimento o controllati. Accordargli fiducia, senza però abbassare la guardia, può rivelarsi una strategia vincente anche per scambiare considerazioni ed impressioni circa le esperienze virtuali. In questo modo, per un genitore, sarà più semplice captare eventuali pericoli – come conoscenze virtuali che possono rivelarsi pericolose – e al contempo potrà impartire consigli e suggerimenti, senza sembrare invadente o trasmettendo un senso di inquietudine ed ansia che rischia di sortire l’effetto opposto, inducendo il minore a mettersi sulla difensiva.
Inoltre, è bene ricordare che una VPN, o rete privata virtuale, instrada il traffico online attraverso un tunnel sicuro. Ciò significa che non solo il download di una VPN proteggerà i propri familiari quando sono online, crittografando tutti i dati, ma aumenterà l’anonimato dando ai propri dispositivi un nuovo indirizzo IP in un’altra località. Pertanto, rappresenta un’arma preziosa e sicura della quale avvalersi per garantire ai propri figli un’esperienza virtuale serena.