La Federazione internazionale dei giornalisti esorta sindacati e media ad adottare «protocolli rigorosi e contratti collettivi solidi» per combattere il fenomeno degli abusi online. Il sindacato mondiale ha pubblicato i risultati di due sondaggi condotti all’inizio del 2022 per valutare il lavoro in questa direzione svolto da organizzazioni sindacali e organizzazioni dei media.
«La Ifj – si legge sul sito web della Federazione – ha di recente denunciato la portata degli abusi online subiti dalle giornaliste, quasi due terzi delle quali è stata oggetto di molestie via web. Solo la metà delle donne prese di mira ha denunciato gli attacchi e in due terzi dei casi non è stato fatto nulla».
Dall’ultima indagine condotta, che ha raccolto le risposte di 56 membri della Ifj, emerge poi che il 79 per cento dei sindacati e delle associazioni di lavoratori ha dichiarato di essere a conoscenza di casi di abusi online tra le proprie iscritte, ma solo nel 16 dei casi esistono nei contratti collettivi specifici strumenti di contrasto del fenomeno. Il 75 per centro dei sindacati e delle associazioni ha fatto degli abusi online una questione prioritaria e il 63 per centro ha appoggiato l’appello ad adottare e ratificare la Convenzione ILO 190 sulla violenza e le molestie sul lavoro.
I sindacati e le associazioni di giornalisti hanno affermato di aver sostenuto le proprie iscritte attraverso assistenza legale, dichiarazioni pubbliche, formazione sulla sicurezza digitale e linee guida per prevenire gli abusi online. In alcuni casi esistono anche specifici codici di protezione, piattaforme per segnalare gli attacchi, linee di assistenza legale gratuita.
Se sul fronte delle organizzazioni sindacali si registrano, però, attenzione al tema e iniziative per contrastare gli abusi online a danno delle giornaliste, altrettanto non si può dire per le organizzazioni datoriali.
«I risultati del secondo sondaggio – denuncia la Ifj – mostrano una mancanza di azione. Sono stati interrogati 161 giornalisti, professionisti e manager dei media in rappresentanza di 37 Paesi. Due terzi degli intervistati hanno affermato che le molestie online non sono una priorità per la loro azienda e il 44 per cento ha dichiarato che la questione non è stata nemmeno discussa».
Per la presidente del Gender Council della Ifj, Maria Angeles Samperio, «troppe giornaliste, in particolare le freelance, sono vittime di abusi online e abbandonano i social media per evitare ulteriori molestie. I sondaggi mostrano che molto lavoro deve essere ancora fatto dai media per rendere le redazioni più sicure e adottare protocolli concreti per sradicare il fenomeno. È tempo di introdurre meccanismi chiari – conclude – per dimostrare tolleranza zero contro gli abusi dei media».