Il 19enne napoletano Pio Marco Salomone, assassinato nella notte tra il 22 e il 23 novembre, non era solo una giovane vita spezzata, ma anche un ragazzo con un passato complesso, segnato da difficoltà e scelte pericolose.
Originario di Napoli, residente nel quartiere di Sant’Eframo Vecchio, viveva nella zona dell’Arenaccia, quartiere popolare di Napoli. Secondo quanto ricostruito, era un volto noto delle forze dell’ordine per i suoi rapporti con il mondo della droga. Nel suo profilo emergono diversi precedenti: era stato arrestato per detenzione e spaccio di cocaina e aveva anche avuto tensioni con altri giovani legati a dinamiche criminali.
Proprio questi intrecci potrebbero averlo esposto a pericoli non trascurabili: la sua vita, da un lato, pareva orientata verso un percorso di guadagno facile e rischioso; dall’altro, il suo quartiere era terreno fertile per conflitti giovanili legati alla piazza dello spaccio.
Salomone era in auto con tre amici su via Generale Francesco Pinto, arteria trafficata dell’Arenaccia. I testimoni hanno riferito che, dopo un botto improvviso, il giovane è stato colpito da un proiettile alla fronte. L’impatto è stato violento: il foro d’ingresso preciso, quasi chirurgico, a riprova che chi ha sparato non ha improvvisato ma aveva una mira definita. I suoi amici lo hanno portato all’ospedale Cto. Qui è iniziata una corsa per salvarlo, ma per Salomone non c’è stato nulla da fare. Il giovane è morto poche ore dopo il ricovero, lasciando dietro di sé dolore e molte domande.
Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli, che sta raccogliendo le testimonianze dei ragazzi presenti in auto e ricostruendo la dinamica dell’agguato. Non è escluso che la sparatoria possa essere collegata a dinamiche di spaccio o rivalità legate alla criminalità giovanile.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli stanno vagliando più piste. Una prima ricostruzione indica che l’agguato non fosse casuale: potrebbe essere legato alle sue attività di spaccio, oppure essere il risultato di una faida giovanile nell’ambiente della droga. Non è da escludere che ci fosse anche un secondo sparatore, né che il bersaglio potesse essere un altro ragazzo in auto.









