L’errore giudiziario si configura quando vengono condannati in via definitiva degli imputati estranei ai fatti che gli vengono contestati. Per quanto può sembrare impossibile, si tratta di una circostanza che si verifica con una certa frequenza. Un errore che nella maggior parte dei casi, emerge solo dopo che il condannato ha già espiato del tutto o in parte una pena, vedendosi riconosciuto innocente in seguito a un processo di “revisione”, cioè l’estrema e straordinaria possibilità prevista dal codice penale italiano di correggere un errore giudiziario che ha portato a una condanna. Il processo di revisione è di fatto un nuovo processo dopo che la sentenza di condanna è divenuta definitiva, e vi si può accedere in un numero molto limitato di casi: solo in presenza di argomenti e prove molto forti per sovvertire la decisione di colpevolezza, e che sono valutati con criteri molto stringenti da una Corte d’Appello che ne deve decidere l’ammissibilità.
Non è facile trovare dati esaustivi sul numero dei processi di revisione ammessi e su quelli conclusi con l’annullamento della sentenza che era stata dichiarata definitiva. Alcune stime sono state fatte però dal sito errorigiudiziari.com, gestito da un’associazione che da anni si impegna per alimentare un vasto archivio di testimonianze delle persone che hanno subìto un’ingiustizia in ambito giudiziario.
Una parte di queste stime riguarda il valore dei risarcimenti che chi è stato ingiustamente condannato può chiedere per ricevere una sorta di compensazione per le profonde conseguenze pratiche, sociali, affettive e psicologiche dei mesi o addirittura degli anni trascorsi ingiustamente in carcere.
Le stime di errorigiudiziari.com si basano sulla contabilità degli errori giudiziari, disponibile dal 1991 in poi: fino al 2022 gli errori giudiziari accertati sono stati 222, mediamente 7 l’anno, con una spesa di risarcimenti pari a oltre 86 milioni di euro, mediamente 2,7 milioni di euro ogni anno.
I dati più recenti sono aggiornati al 31 dicembre del 2022, e dicono che solo in quell’anno gli errori giudiziari sono stati 8, uno in più rispetto all’anno precedente, con 9 milioni e 951mila euro di spese in risarcimenti, molto al di sopra della media annuale. Per capire questo dato va tenuto presente anche che i criteri di elaborazione dei risarcimenti per gli errori giudiziari sono molto più variabili e dipendenti dal singolo caso rispetto a quelli previsti per l’ingiusta detenzione.
L’errore giudiziario è una cosa diversa rispetto all’ingiusta detenzione, cioè quando una persona viene prosciolta dopo essere stata comunque in carcere in custodia cautelare, oppure agli arresti domiciliari, ma senza che sia stata condannata. Per quanto riguarda l’ingiusta detenzione, sempre secondo errorigiudiziari.com, dal 1992 al 2022 i casi registrati sono stati oltre 30mila, mediamente per 985 persone ogni anno e con indennizzi costati oltre 846 milioni di euro, mediamente 27,3 milioni di euro l’anno. Solo nel 2022 i casi di ingiusta detenzione sono stati 539, con una spesa per gli indennizzi di di 27,4 milioni di euro.