Partiranno entro la fine di febbraio gli abbattimenti delle Vele a Scampia, mentre a Taverna del Ferro l’appuntamento con le demolizioni è tra pochi giorni.
“Finalmente otterremo un risultato storico – ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – perché riuscire a riqualificare questi due quartieri significa veramente cambiare due pezzi importanti della città. I due progetti cammineranno in parallelo. E’ un impegno molto importante e, sotto alcuni aspetti, il lavoro a Scampia è ancora più grande e complicato di quello a Taverna del Ferro”, ha concluso.
Dopo una parziale assegnazione a macchia di leopardo negli isolati coinvolti nel piano di abbattimento, il processo di mobilità interna previsto per sfollare definitivamente gli edifici del rione De Gasperi da radere al suolo è però rimasto fermo al palo. Una situazione di stasi della quale hanno approfittato e beneficiato le organizzazioni criminali radicate sul territorio che hanno ben presto provveduto a gestire abusivamente la compravendita delle cosiddette “case murate”: gli alloggi tumulati per impedirne l’occupazione coatta e che invece sono stati violati e tuttora rappresentano l’abitazione di 220 famiglie. In totale sono 656 gli alloggi complessivi del rione edificato nella periferia orientale di Napoli nel secondo dopoguerra per fornire un appoggio temporaneo agli sfollati e che tuttora, invece, rappresentano l’unica soluzione abitativa per le famiglie radicate da anni nel rione De Gasperi, al pari di quelle insidiatesi di recente occupando di forza gli alloggi sfollati dal Comune.
Un rione costituito da 28 isolati, attraversati da un fiume di acqua e liquami, frutto del pericoloso mix tra infiltrazioni delle ormai obsolete colonne fecali e di un datato impianto idrico, ambedue tamponati alla meglio nel corso degli anni, ma parzialmente o per niente manutenuti. Malgrado le tubature e le coperture siano prettamente costituite in amianto, tant’è vero che nella maggior parte dei casi, i vigili del fuoco quando vengono allertati, non possono intervenire per non mettere a repentaglio la propria salute. Dozzine di famiglie si trovano costrette a vivere in abitazioni dichiarate parzialmente o del tutto inagibili. Al pari dei ballatoi. Questo significa che decine di persone dovrebbero abitare in una casa tenendo conto dell’inagibilità di alcune camere, come i bagni o le camere da letto o i balconi, dove quotidianamente sostano per stendere il bucato. Viene da sé che si tratta di una situazione di conclamato e tangibile pericolo, partendo dalla premessa che si tratta di uno dei rioni più datati dell’intera periferia orientale di Napoli.
Malgrado il piano di riassegnazione e abbattimento del rione De Gasperi di Ponticelli sia partito contestualmente a quello delle Vele di Scampia, ma quest’ultimo stia volgendo al termine, mentre il primo è ancora fermo al palo, di recente il comune di Napoli ha dato una rapida sterzata al piano di riurbanizzazione che coinvolge un altro rione dell’ala orientale partenopea: il Bronx di San Giovanni a Teduccio. In questo caso, il problema più impellente da risolvere è quello relativo alla distruzione dell’opera di street art realizzata dal writer Jorit Agoch, diventata celebre in tutto il mondo, perchè si tratta del murale più grande al mondo che riproduce il volto di Diego Armando Maradona. Non risulta difficile capire come e perchè quell’opera di street art abbia costretto migliaia di turisti a recarsi nel quartiere della periferia orientale di Napoli, pur di visionare la celeberrima opera di street art, generando così un processo di riscatto e riqualifica innegabile. Motivo per il quale, il sindaco Manfredi nei giorni scorsi ha incontrato l’artista Jorit Agoch per capire se e come preservare l’opera e collocarla in un altra sede o se riprodurne una simile in un’altra zona del quartiere.
Quando, invece, il primo cittadino di Napoli troverà, invece, il tempo e la voglia per individuare una soluzione all’emergenza abitativa che silenziosamente dilaga nel rione De Gasperi di Ponticelli?