Nelle ultime settimane in cui si sono registrate temperature ben al di sopra della media stagionale, medici ed esperti hanno più volte spiegato che il caldo eccessivo e l’umidità possono arrecare seri danni alla salute, soprattutto per quanto concerne lo stress al quale è sottoposto il cuore, il primo organo a risentire dell’aumento delle temperature causate dal cambiamento climatico.
Nonostante i rischi per la salute, in realtà sono ancora poche le ricerche che tentano di individuare il “critical environmental limit” – i limiti di temperature e umidità oltre i quali il caldo può causare danni alla salute, ma le cose stanno cambiando.
L’emergenza climatica costringe gli esperti a porsi costantemente la domanda di “quanto caldo” possa essere sopportato dal corpo umano senza correre rischi.
La risposta non è banale, da anni un gruppo di ricerca della Pennsylvania State University sostiene che la temperatura (di bulbo umido) di 35°C è sovrastimata. Ecco quanto caldo possiamo realmente sopportare, quali sono i danni e chi è più a rischio.
La temperatura non è l’unica variabile da considerare all’interno “equazione caldo-salute”, anche la percentuale di umidità gioca un ruolo fondamentale nel definire la quantità di caldo che il corpo umano è in grado di regolare. Superato il limite, la temperatura corporea continuerà a salire senza che il sistema di termo-regolazione corpo (la sudorazione) sia grado di contenerla.
Per tale motivo gli esperti hanno calcolato non tanto la semplice temperatura ma la temperatura di bulbo umido, che è stata misurata da un termometro da un panno imbevuto d’acqua, e che consente di individuare i limiti di temperatura e umidità oltre il quale il sudore non evapora, causando un surriscaldamento del corpo, esattamente come quando il sistema di raffreddamento di un’auto non funziona e tutti sanno che un guasto al radiatore dell’acqua può essere fatale per il motore – il “cuore”.
Per individuare tale limite, il gruppo di ricerca della PennState ha analizzato la risposta corporea di giovani adulti in buone condizioni di salute all’aumento di temperatura e umidità, misurando la temperatura corporea interna attraverso una sorta di “termometro ingeribile” – una capsula ricoperta di silicone – in grado di inviare le rilevazioni a un apparecchio esterno.
Dai risultati dello studio, pubblicato sul Journal of Applied Physiology, è emerso che una temperatura di bulbo umido pari a 31°C è sufficiente per causare il superamento del “critical environmental limit” – ben 4 °C inferiori rispetto a quanto emerso da un precedente studio.
Questo è il limite oltre il quale il corpo umano non è più in grado di regolare la propria temperatura a meno che non si intervenga dall’esterno rinfrescando e deumidificando l’ambiente.
Dopo aver conosciuto quanto caldo il nostro corpo possa sopportare è bene conoscere quali possono essere i rischi e i danni per la salute. Se è vero che il caldo dà alla testa è in realtà il cuore il primo organo che risente del caldo estremo.
Infatti, quando la temperatura sale, il lavoro del cuore aumenta, così come quello respiratorio, e il muscolo potrebbe andare in difficoltà a causa del maggior volume di sangue da gestire, comportando palpitazioni e aritmie che possono sfociare in infarti e ictus da colpo di calore.
I danni seri s’innescano con la disidratazione e una successiva sudorazione, che può portare a un aumento della frequenza cardiaca e ad aritmie, questo ancor prima di arrivare al colpo di calore, la condizione più temuta che può addirittura risultare fatale se non si interviene in tempo.
Dalle ultime ricerche è emerso che le persone più a rischio non sono solo coloro che hanno già avuto un infarto, hanno bypass o altre cardiopatie, ma anche le persone sane, ossia quelle senza condizioni pregresse o predisposizioni: il colpo di calore può colpire potenzialmente e indistintamente chiunque.
Di certo a correre maggiori rischi oltre ad anziani, bambini e cardiopatici, sono le donne sane di costituzione piccola – ancor di più se in menopausa – a causa delle arterie più sottili, di una riserva coronarica inferiore e un cuore che in genere batte più veloce di quello maschile, questo potrebbe quindi portare a scompensi più veloci e ad avere meno resistenza in condizioni di caldo estremo.
La temperatura del corpo, quindi, aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare diversi organi vitali e il cervello stesso. Un’esposizione prolungata a temperature elevate può provocare disturbi lievi, come crampi, svenimenti, edemi, o di maggiore gravità, come congestione, colpo di calore, disidratazione.
È quindi fondamentale rimanere idratati, consultando un medico che potrà indicare la quantità di liquidi da assumere a seconda delle esigenze di ogni paziente.