Secondo un articolo pubblicato su Nature Medicine, la stimolazione cerebrale, guidata da schemi di attività neurale associati al desiderio di cibo, ha migliorato l’autocontrollo dell’assunzione di cibo e la perdita di peso in due persone con disturbo da alimentazione incontrollata e grave obesità. Questi risultati, che fanno parte di una sperimentazione clinica in corso, dimostrano la fattibilità e la sicurezza del trattamento delle persone con perdita di controllo dell’alimentazione attraverso una stimolazione cerebrale profonda a circuito chiuso fisiologicamente guidata.
Il consumo di perdita di controllo (LOC) è pervasivo in tutte le abbuffate ed è caratterizzato da una perdita di controllo inibitorio in risposta a segnali di appetito e voglie. Nonostante la prevalenza e la gravità del consumo di LOC, la maggior parte dei trattamenti per l’obesità non riesce ad affrontarlo direttamente, il che limita l’efficacia delle misure più aggressive, come la chirurgia bariatrica.
Casey Halpern e colleghi hanno registrato schemi di attività elettrofisiologica, in un periodo di 6 mesi, nella regione ventrale e dorsale del nucleus accumbens nel cervello di due pazienti (entrambi di sesso femminile, 45 e 56 anni) con diagnosi di disturbo da alimentazione incontrollata e trattamento di obesità refrattaria grave (Classe III). Le misurazioni dell’attività cerebrale sono state raccolte da questi pazienti durante i periodi associati all’anticipazione del cibo durante i pasti standard, durante il desiderio di cibo e con il mangiare LOC. Utilizzando questi dati, gli autori hanno identificato una firma dell’attività cerebrale a bassa frequenza che era specificamente associata al desiderio di cibo e alla LOC in entrambi i pazienti.
Gli autori hanno quindi utilizzato questo biomarcatore cerebrale appena identificato per guidare la stimolazione cerebrale profonda del nucleus accumbens in entrambi i pazienti, utilizzando un dispositivo in grado di fornire una stimolazione cerebrale profonda reattiva o ad anello chiuso. Riduzioni significative degli eventi alimentari LOC e conseguente perdita di peso sono state osservate in entrambi i pazienti dopo 6 mesi di stimolazione cerebrale. Uno dei pazienti non soddisfaceva più i criteri per il disturbo da alimentazione incontrollata. Non sono stati segnalati effetti collaterali avversi gravi.
I risultati preliminari di questo studio pilota evidenziano la potenziale fattibilità clinica di questo nuovo intervento e supportano lo studio continuato di coorti più ampie di pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata.