Sopravvive ormai ben poco di idillico nell’atmosfera che riempie il ”wedding park Di Francia”; un elegante parco matrimoni, ubicato lungo la statale Domiziana, che, adibito a centro di accoglienza, straborda di giovani immigrati provenienti da Africa ed Asia.
Ragazzi che lasciano dietro di sé un passato da dimenticare, in cerca di un futuro in Europa, un futuro che metta le basi per una nuova vita. L’unico bagaglio che si portano dietro è una placida speranza, che si infrange all’impatto con la dura realtà che giorno dopo giorno da due mesi si trovano ad affrontare: sono in 310 ad essere ammassati in un wedding park, in condizioni precarie, soffocati da un caldo infernale, che nella serata dello scorso 29 agosto ne ha infiammato gli animi. Una piccola scintilla che ha fatto esplodere la frustrazione di una vita in una violenta rissa, che dalla struttura si è trascinata sulla strada statale, interrompendo momentaneamente la circolazione.
Indispensabile l’intervento di due pattuglie della Polizia di Giugliano, guidata da Pasquale Trocino, affiancata da venti uomini dei reparti antisommossa, i quali, nel giro di quattro ore, hanno ristabilito l’ordine, senza tuttavia cancellare dal volto dei 300 immigrati coinvolti quell’espressione di insofferenza e malessere. Al termine della rissa cinque immigrati, tra i quali due in gravi condizioni, sono finiti in ospedale, due sono stati arrestati e altri nove denunciati.
”Non è stata una questione etnica”, a sciogliere ogni dubbio è la voce di uno dei giovani, il 19enne ivoriano Mohammed, in cerca di lavoro come meccanico. Altri in un momento di sfogo hanno rilasciato testimonianze simili, animate da verve polemica; a prendere la parola un altro giovane ivoriano, Issa, che getta luce su ciò che è da molti dato per scontato ”E’ difficile vivere in cento in uno stanzone. Fa caldo, le docce e i bagni sono pochi”, ”Questo è un altro fatto però, non c’entra con le botte dell’altra sera. Ma è una delle ragioni di fondo che scatena la nostra protesta”, interviene James, un 26enne ghanese.
A sollevarsi è poi la voce del sindaco di Giugliano, Antonio Poziello, il quale, in un breve discorso postato su Facebook dichiara: ”A nessuno sfugge, a me per primo, la drammaticità della situazione sul fronte degli sbarchi e dell’immigrazione. Ma vorrei che a nessuno sfuggissero neanche le difficoltà che le comunità locali vivono quando l’accoglienza viene declinata nella maniera maldestra cui assistiamo ad esempio al Di Francia”, chiedendo poi l’intervento della Prefettura, affinché si verifichi ”Cosa accade sul nostro territorio”.
E’ innegabile la persistenza delle difficoltà che ogni giorno rendono insopportabili le vite di quanti affrontano la morte, alla sfrenata ricerca di un’esistenza migliore in Europa; ma è altrettanto lecito porsi qualche domanda sulle possibilità, di cui dispone l’Italia, di accogliere quotidianamente centinaia di immigrati, che, come è emerso dalle loro stesse testimonianze, giungono nel nostro Paese sprovvisti di tutto quanto è necessario alla sopravvivenza.