Nella giornata di ieri, mercoledì 10 giugno, presso il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, è stato presentato il progetto del nuovo cortile del carcere di Poggioreale in un incontro da titolo “Il carcere nella città, la città nel carcere”.
Dietro il confine del carcere di Poggioreale, c’è una città nella città. Un muro separa Napoli, e l’altra Napoli, distante eppure complementare, delimitata dal filo spinato. Una città incuneata tra Tribunale e Cimitero, come a dire del flusso continuo che in molti casi, dalla giustizia conduce direttamente alla tomba.
E’ una città invisibile, difficile da comprendere. E’ una città dove le ore hanno un altro ritmo, un altro senso, spesso inverso a quello di chi è fuori, e dove la memoria e il futuro si liquefanno in una monotona quotidianità, fatta di spazi insufficienti e spesso di condizioni degradanti, ma dove comunque resta la consapevolezza del mondo che continua a scorrere fuori dalle mura.
Suscita sicuramente paura una città del genere, per questo va tenuta nascosta.
Eppure di questa città, in un modo o nell’altro ce ne accorgiamo: passandoci fuori, e incrociando le lunghe file dei familiari che fanno visita ai carcerati di prima mattina, sotto il sole. Donne, bambini, lacrime e conforto. E forse allora arriva la consapevolezza della sua esistenza, quando pensiamo che in fondo, quelle persone potremmo essere noi. Anche chi non incontra ficisamenrte Poggioreale sul suo cammino è costretto ad accorgersene in modo ancora più drammatico, quando legge sul giornale dell’ennesimo suicidio.
Ma c’è anche chi ha una visione propositiva e positiva delle mura di Poggioreale, come ad esempio gli architetti e i progettisti dell’organizzazione no profit napoletana Made in Earth, intervenuti alla presentazione insieme con: Antonio Fullone, direttore della Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale, Sergio Schlitzer, presidente della onlus “Il carcere possibile”, Anna Maria Ziccardi, consigliere della onlus “Il carcere possibile”.
La collaborazione con dalla Casa Circondariale di Poggioreale e dall’Associazione “Il carcere possibile” inaugura il primo progetto di Made in Earth a Napoli, del gruppo partenopeo di architetti che offre le sue professionalità per dare risposte semplici, sostenibili e innovative.
Poggioreale, è uno dei pochi carceri cittadini rimasti, cioè una struttura che è inserita nel corpo vivo della città. Questa importante caratteristica, consente ai detenuti di sentirsi ancora connessi al mondo esterno, non solo attraverso i familiari, bensì proprio attraverso la posizione, che influisce sulla loro percezione di ciò che accade “fuori”. Ricordando che, la città, essendo un luogo di relazioni, risulta uno spazio ad alto potenziale educativo proprio per le regole insite nelle relazioni.
“Progetto di un cortile” si propone dunque di portare all’interno del carcere un frammento di città, cioè uno spazio articolato che stimoli, secondo più modalità, le relazioni e la socialità, e attraverso ciò inneschi un processo (ri)educativo.
L’intera composizione viene generata sulla base di una griglia ideale di moduli rettangolari. Se da un lato la griglia compositiva che verrà costruita conferisce ordine – seppure latente – all’insieme, dall’altro l’assenza di vere e proprie limitazioni d’uso o di demarcazioni interne lascia un margine libero, che vuol permettere a chi vivrà quello spazio di farlo proprio, magari usandolo secondo nuove e diverse modalità: un piano basso potrà essere un elemento su cui sedersi, distendersi, fare esercizi o giocare a carte, ma anche altro.
Vi sarà anche il layer dello spazio dinamico, costituito da una striscia perimetrale, realizzata in materiale tecnico, che individua un anello lungo il quale fare jogging, e alcune aree più larghe a ridosso dei muri dove i detenuti potranno giocare a basket o a pallone; un’area del muro in corrispondenza di quella pavimentata verrà rifinita con lo stesso colore per segnare porte o canestri, e insieme ravvivare la parete dei padiglioni.
Le aree legate alla socialità compongono una sorta di isola al centro del cortile, separata da quella dell’attività fisica da una fascia con pavimentazione in cemento stampato dove poter passeggiare
L’impostazione del progetto, l’utilizzo di una griglia compositiva e di pochi elementi tridimensionali (anche a causa delle necessarie misure di sicurezza) ne rendono possibile la modularità, di composizione e di realizzazione: il progetto può variare adattandosi a contesti o esigenze diverse, così come è possibile ipotizzarne un’esecuzione graduale.