Un video, breve, ma intenso, destinato a restare online solo per 24 ore, perché pubblicato nelle storie di Instagram, in occasione del 18esimo compleanno di una delle figlie dei fratelli De Micco, clan egemone a Ponticelli.
Un party elegante ed esclusivo, curato nei minimi dettagli. I momenti topici della serata: il concerto di Gigi Finizio e il brindisi immortalato nel video pubblicato sui social network e che ritrae diverse figure di spicco della malavita locale: il rampollo del clan, figlio del boss Luigi De Micco, Gaetano Carrano detto ‘a minaccia, affiliato di lunga data, uno dei più temuti, tornato in libertà da circa un anno, la cui fedeltà era stata recentemente messa in discussione da quelle che sembravano essere molto più di semplici voci che annunciavano una scissione interna. Accanto a lui, Pasquale Tarallo, considerato il broker della droga per eccellenza, ras dell’isolato tre del rione De Gasperi, “padrone assoluto” del business degli stupefacenti, garante di canali di approvvigionamento e di una prosperità costante per le casse del clan.
Le bottiglie di champagne costoso in bella mostra, al pari dei calici impugnati da braccia adornate da orologi importanti, le urla scimmiottate in maniera sguaiata, come a voler proporre un rude e primitivo rituale di affiliazione. Il rampollo del clan, il primo erede della seconda generazione dei De Micco – probabilmente non a caso – collocato tra le due figure più espressive dello scenario camorristico ponticellese contemporaneo: Gaetano Carrano e Pasquale Tarallo. Il nuovo che avanza, affiancato dalle due pedine cruciali dello scacchiere: il ras della droga, capace di garantire quel potere e quella solidità economica necessarie per preservare la leadership, il generale dell’esercito, a capo del braccio armato che continua a seminare paura, timore reverenziale e rispetto, a suon di azioni dimostrative e violente. Gli altri protagonisti della scena sono semplici comparse, di cui sono visibili solo le mani: gregari, soldati, affiliati, tifosi, simpatizzanti, la cui unica mansione, nella vita reale e nel mondo virtuale, indistintamente, è dare man forte al clan, enfatizzandone le gesta . Prorpio come accade nel filmato.
E’ proprio De Micco junior a suggerire a Gaetano Carrano, collocato alla sua sinistra, la frase da scandire quando i calici verranno sollevati: “Simm’ è chiù fort'”, una frase che non ha bisogno di traduzioni. E ancora “F.D.M.”: Famiglia De Micco, un acronimo che scalfisce anche la pelle di tanti sodali che seguitano a riconoscere fedeltà e affiliazione al clan anche tatuando sulla pelle slang, soprannomi e simboli che nel gergo malavitoso assumono un significato inconfondibile.
Alla destra del rampollo di casa De Micco, Pasquale Tarallo detto ‘a ceccia, ras della droga dell’isolato tre del rione De Gasperi, sempre più protagonista della guerriglia interna con i “pazzignani” che nel momento topico del brindisi, si avvicina a De Micco junior e gli sussurra una frase all’orecchio. E’ la prima volta che Tarallo appare sui social accanto ai De Micco: la sua presenza a una festa di famiglia, consacra i rapporti più che intimi e confidenziali con il clan egemone a Ponticelli.
Un momento di convivialità che rilancia e rinsalda legami e affiliazione e che matura in un momento storico propizio, soprattutto alla luce di quello che sembrava essere più di un rumors e che già da diversi mesi annunciava la scissione di alcuni affiliati storici dai De Micco, tra i quali spiccava soprattutto il nome di Carrano.
Probabilmente, la sequenza gettata in pasto al popolo dei social network è stata selezionata accuratamente, non solo per mostrare il volto più potente e coeso del clan. Un video che brevemente e in maniera esplicita ed esaustiva, racconta molto più di tante inchieste.
Un compleanno trasformato in palcoscenico di potere.
Una ricorrenza che consegnava al clan un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire. Il video non è un semplice ricordo privato, ma un messaggio pubblico. Nella logica criminale, l’ostentazione diventa comunicazione, propaganda e affermazione di supremazia. Pubblicare un brindisi non equivale a celebrare soltanto un evento familiare, ma significa mandare segnali chiari: “siamo i più forti”. Del resto, quella frase, viene scandita a chiare lettere. E non solo dalle urla.
Le bottiglie di champagne diventano simbolo di ricchezza illecita, contornate dai sorrisi di sfida e impunità, mentre le presenze pesanti smentiscono qualsiasi voce di crisi interna. La comparsa di Carrano, in particolare, è un messaggio esplicito: non c’è scissione, non c’è tradimento, l’asse con i De Micco resta saldo. I De Micco continuano a essere una famiglia, anche se i fratelli Marco, Luigi e Salvatore sembrano destinati a restare in carcere ancora a lungo.
Il motto che riecheggia tra le immagini è quello ormai consolidato: “Siamo i più forti”. Un mantra che serve a ribadire l’egemonia del clan, a consolidare la paura che già dilaga sul territorio, a garantire l’assoggettamento e a intimidire i rivali.
Dietro i calici e le bottiglie scorrono però fiumi di cocaina, strategia del terrore e milioni di euro, linfa vitale di un’organizzazione che prospera senza sosta. L’impressione, amara e inquietante, è che mentre il clan consacra la sua potenza in pubblico, lo Stato resti un passo indietro, spettatore di una sfida plateale e sfrontata che non conosce limiti né timori.
Il video dei De Micco non è dunque un frammento di mondanità criminale, ma l’ennesima prova di come le mafie abbiano imparato a usare i social come strumento di potere, propaganda e affermazione. Un brindisi di venti secondi, che vale come un proclamo di dominio destinato a restare impresso nell’immaginario collettivo molto più a lungo.