Mentre le spiagge si riempiono e le città si svuotano, c’è una parte della popolazione che vive l’estate come una stagione di sofferenza più che di riposo: gli anziani. Colpiti da temperature record e spesso dimenticati durante le vacanze, molti di loro affrontano l’afa in solitudine, con rischi concreti per la salute fisica e mentale.
Le ondate di calore che hanno investito l’Italia nell’estate 2025 stanno mettendo a dura prova gli over 75. Secondo il Ministero della Salute, i colpi di calore e la disidratazione sono aumentati del 25% rispetto all’anno precedente, con picchi nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli.
Le patologie croniche – come ipertensione, diabete e problemi cardiaci – si aggravano con le alte temperature. Spesso, però, gli anziani non avvertono i segnali del corpo o, peggio, non sanno come intervenire. Alcuni vivono in abitazioni prive di aria condizionata o ventilazione adeguata, e non sempre hanno qualcuno che li aiuti o che si accerti del loro stato di salute.
Secondo una stima dell’ISTAT, più di 2 milioni di anziani in Italia vivono soli, e circa 900.000 non hanno contatti regolari con familiari o amici. Durante l’estate, il fenomeno si acutizza: figli e nipoti sono in ferie, i servizi riducono l’orario, e le strutture di sostegno faticano a coprire l’intero territorio.
Le associazioni di volontariato segnalano un boom di richieste di aiuto, ma anche una drastica riduzione del numero di volontari disponibili nei mesi estivi. Le chiamate ai numeri verdi aumentano, così come le segnalazioni di anziani trovati in stato di abbandono o disorientamento.
Alcuni Comuni hanno attivato piani emergenziali: trasporto gratuito verso luoghi freschi, consegna a domicilio di pasti e farmaci, o visite periodiche da parte della Protezione Civile e delle associazioni locali. Le iniziative sono lodevoli ma spesso limitate a zone coperte da enti attivi, lasciando scoperte aree rurali e periferiche.
Anche piccoli gesti possono fare la differenza. Telefonare ogni giorno a un parente anziano, fare la spesa per il vicino di casa, o segnalare situazioni di rischio ai servizi sociali. La rete di prossimità, spesso dimenticata, può essere una risorsa concreta per prevenire tragedie silenziose.