Una donna non vedente è stata lasciata a piedi da un tassista mentre dalla stazione ferroviaria cercava di raggiungere una strada poco distante. Il motivo? Il suo cane guida, essenziale per la mobilità, non sarebbe potuto salire a bordo. Il tassista ha pronunciato le parole: “Niente cani sul mio taxi”, ignorando completamente le leggi che tutelano il suo diritto.
Nonostante l’intervento della Polfer, che ha assistito la donna e il suo compagno ipovedente contattando un altro mezzo, nessuna mediazione ha avuto effetto sul conducente. L’accaduto è stato immediatamente segnalato alla polizia municipale, competente per le eventuali sanzioni.
La legge italiana – in particolare la Legge n. 37 del 1974, aggiornata dalla n. 60/2006 –, garantisce esplicitamente alle persone non vedenti il diritto di viaggiare con il proprio cane guida su qualsiasi mezzo di trasporto pubblico, inclusi i taxi, senza costi aggiuntivi.
Un rifiuto come quello del tassista configura una violazione della normativa, punibile con sanzioni amministrative che vanno da 500 a 2.500 euro . In precedenza, a Roma Fiumicino, un conducente è stato multato con circa 2.700 euro per aver negato il servizio a due non vedenti con cane guida . A Milano, un altro caso simile si è concluso con 30 giorni di sospensione della licenza del tassista coinvolto.
Il consorzio Cotape, che raggruppa i tassisti di Pescara, ha espresso solidarietà alle vittime: il suo presidente, Antonio Abbagnale, si è scusato personalmente insieme ai sindaci di Pescara e Montesilvano, offrendo un passaggio gratuito e sottolineando che il comportamento del tassista danneggia l’intera categoria. Ha annunciato una riunione della commissione taxi del Comune per valutare provvedimenti analoghi a quelli adottati in altre città.
Il Codacons ha definito l’episodio una “gravissima discriminazione” e ha richiesto l’eventuale ritiro della licenza, non solo una sospensione. In caso di inerzia da parte del Comune, l’associazione ha già dichiarato di essere pronta a rivolgersi alla Procura.