Il 17 giugno potrebbe presto diventare una data simbolica per la coscienza civile del Paese: è infatti in discussione in Parlamento una proposta di legge per istituire la Giornata nazionale in memoria delle vittime degli errori giudiziari. Una data scelta non a caso: fu proprio il 17 giugno 1983 che Enzo Tortora, noto giornalista e conduttore televisivo, venne arrestato ingiustamente con accuse poi risultate completamente infondate. Un caso che ha segnato in modo indelebile la storia della giustizia italiana.
La mattina del 17 giugno 1983, Tortora fu prelevato dalla polizia in un hotel romano, accusato di associazione camorristica e traffico di droga. Le accuse si basavano esclusivamente sulle dichiarazioni di alcuni pentiti della Nuova Camorra Organizzata. Le immagini del conduttore in manette fecero il giro d’Italia, diventando simbolo di una giustizia che aveva perso il senso del limite.Nonostante la sua assoluta innocenza, fu condannato in primo grado e passò 13 mesi tra carcere e arresti domiciliari. Solo nel 1986 fu completamente assolto, e l’assoluzione fu confermata nel 1987. Morì nel 1988, poco più di un anno dopo la fine del suo calvario, logorato nella salute e nell’animo.
La proposta di legge, avanzata da diversi gruppi parlamentari, intende istituire ufficialmente il 17 giugno come giornata di riflessione e memoria per tutte le persone che, come Tortora, hanno subito una detenzione ingiusta o una condanna infondata.
La giornata non prevede effetti civili o festività, ma intende promuovere:iniziative pubbliche per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema degli errori giudiziari; percorsi formativi nelle scuole, per insegnare ai più giovani l’importanza della presunzione d’innocenza, della proporzionalità delle misure cautelari e del rispetto per la dignità umana; dibattiti istituzionali e culturali per migliorare le garanzie processuali.
La proposta ha trovato ampio sostegno, ma anche alcune resistenze. L’Associazione Nazionale Magistrati ha espresso perplessità, temendo che una giornata del genere possa alimentare diffidenza nei confronti della magistratura. Alcuni partiti politici hanno rinviato la calendarizzazione del provvedimento, provocando proteste da parte di esponenti civili, familiari di vittime di errori giudiziari e della famiglia Tortora.Tuttavia, il senso della giornata non è quello di criminalizzare la magistratura, ma di chiedere maggiore responsabilità, trasparenza e attenzione, ricordando che nessun sistema è infallibile e che l’errore giudiziario è una realtà che può cambiare per sempre la vita di un innocente.
Enzo Tortora è diventato il simbolo di una ferita che ancora oggi fa discutere. La sua storia ha ispirato la legge Vassalli (1988) che riconosce il diritto al risarcimento per l’ingiusta detenzione, ma il problema resta attuale: ogni anno, centinaia di cittadini risultano vittime di arresti e condanne sbagliate, come attestano i dati della Corte di Cassazione e del Ministero della Giustizia.
Istituire la Giornata del 17 giugno non è solo un gesto di memoria: è un impegno a non dimenticare e a lavorare affinché il sistema giudiziario italiano sia sempre più giusto, garantista e umano.