Il femminicidio è una piaga che colpisce la società in profondità, strappando via vite e lasciando cicatrici indelebili. Tra le vittime di questa violenza, molte erano madri, donne che avevano il diritto di vivere per sé e per i propri figli e che oggi non potranno trascorrere la festa della mamma insieme a loro. Melania Rea e Giulia Tramontano sono solo due dei tanti volti di una tragedia che non conosce confini. Due giovani madri, entrambe napoletane e poi trasferitesi altrove. Melania era già diventata madre da appena un anno e mezzo, Giulia cullava in grembo suo figlio ed è stata uccisa insieme al suo bambino.
Melania Rea, 29 anni, madre di una bambina di 18 mesi, fu uccisa il 18 aprile 2011 a Colle San Marco, nelle Marche. Il marito, Salvatore Parolisi, inizialmente denunciò la scomparsa della moglie, ma successivamente emersero gravi incongruenze nelle sue dichiarazioni. Dopo un’indagine approfondita, Parolisi fu arrestato e condannato a 20 anni di reclusione per omicidio. La figlia Vittoria, nata dal loro matrimonio, ha scelto di portare il cognome della madre, in segno di rispetto e amore verso di lei.
Giulia Tramontano, 29 anni e incinta al settimo mese, fu uccisa il 27 maggio 2023 dal compagno Alessandro Impagnatiello nella loro abitazione a Senago, in provincia di Milano. L’uomo, inizialmente accusato di scomparsa, confessò successivamente l’omicidio, rivelando dettagli agghiaccianti sulla premeditazione e crudeltà del crimine. Il 25 novembre 2024, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Corte d’Assise di Milano lo condannò all’ergastolo, riconoscendo le aggravanti della premeditazione, crudeltà e del vincolo di convivenza.
Oltre a Melania e Giulia, molte altre madri hanno perso la vita per mano di chi avrebbero dovuto amarle e proteggerle.