Un agguato che ha scosso profondamente la città di Napoli, quello andato in scena nel pomeriggio dello scorso sabato 15 marzo e costato la vita ad Emanuele Durante, un giovane di 20 anni. I killer sono entrati in azione in pieno centro storico, nel traffico del sabato pomeriggio in via Santa Terese degli Scalzi, nei pressi del Museo Archeologico Nazionale, mentre Durante si trovava in auto con una ragazza. L’omicidio è stato ripreso da telecamere di sorveglianza e ha portato all’arresto dei presunti killer all’alba di giovedì 8 maggio.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno portato all’arresto di diversi individui gravemente indiziati di essere responsabili, a vario titolo, dell’omicidio di Durante. L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli.
L’omicidio di Durante è stato collegato a quello di Emanuele Tufano, il 15enne ucciso lo scorso ottobre in un conflitto a fuoco tra gruppi criminali giovanili del rione Sanità e piazza Mercato. Durante era tra gli indagati per l’omicidio di Tufano, e il suo assassinio è stato interpretato come una vendetta o un segnale di supremazia da parte del clan Sequino, recentemente riorganizzatosi in seguito ad alcune scarcerazioni, tra le quali anche quella di un cugino di Emanuele Tufano.
Emanuele Durante era imparentato con Annalisa Durante, una vittima innocente della camorra uccisa nel 2004 a soli 14 anni. La sua morte ha riacceso l’attenzione sulla violenza giovanile e sulle dinamiche criminali che coinvolgono sempre più spesso minorenni a Napoli.