Nella giornata di mercoledì 7 maggio, a distanza di oltre vent’anni dall’omicidio di Gelsomina Verde, una giovane donna di 21 anni uccisa nel 2004 durante la faida di Scampia, il Tribunale di Napoli ha emesso due condanne a 30 anni di reclusione. I condannati, Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, sono stati ritenuti colpevoli di aver partecipato al rapimento e all’omicidio della giovane, vittima innocente della guerra tra il clan Di Lauro e gli scissionisti Amato-Pagano.
Il 21 novembre 2004, Gelsomina Verde fu sequestrata e brutalmente torturata dai membri del clan Di Lauro, che cercavano informazioni su Gennaro Notturno, ex fidanzato della ragazza e affiliato al clan rivale. Dopo ore di interrogatorio, fu uccisa con tre colpi di pistola al collo e il suo corpo venne dato alle fiamme all’interno della sua auto, in un tentativo di occultare le tracce dell’efferato crimine.
Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi sono stati arrestati nel luglio 2023 e accusati di aver scortato l’auto in cui Gelsomina fu uccisa. Il giudice per le udienze preliminari Valentina Giovanniello ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Maurizio De Marco e Stefania Di Dona, condannando entrambi a 30 anni di reclusione per concorso in omicidio e sequestro di persona.
Durante il processo, la madre di Gelsomina, Anna Lucarelli, ha denunciato di essere stata minacciata dal padre di uno degli imputati. Secondo quanto riportato, l’uomo le avrebbe detto: “Fai la stessa fine di tua figlia”. Le minacce sono state segnalate alle autorità competenti e sono attualmente al vaglio della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.