Negli ultimi anni, l’Italia ha sperimentato l’uso di container e moduli prefabbricati in ambito carcerario per affrontare diverse esigenze, tra cui il sovraffollamento delle carceri e la creazione di spazi per colloqui intimi tra detenuti e i loro partner.
Nel febbraio 2024, il carcere “Due Palazzi” di Padova ha avviato una sperimentazione per consentire ai detenuti di avere colloqui intimi con i propri partner. Queste “stanze dell’amore” sono state realizzate utilizzando container posizionati in un’area verde dell’istituto penitenziario. La decisione è seguita a una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto di colloqui intimi tra detenuti e familiari. Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti, ha commentato: “Sono 25 anni che attendevamo questa rivoluzione e sembra finalmente arrivata”.
Nel febbraio 2025, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha proposto l’installazione di moduli prefabbricati in cemento armato, definiti “antisismici”, come soluzione al sovraffollamento delle carceri italiane. Il primo istituto a sperimentare questa soluzione sarà quello di San Vito al Tagliamento. Tuttavia, questa proposta ha suscitato critiche da parte di esponenti politici, come Debora Serracchiani del Partito Democratico, che ha sollevato interrogativi sui costi e sull’efficacia di tali misure.
L’utilizzo di container e moduli prefabbricati nelle carceri italiane ha sollevato preoccupazioni riguardo alle condizioni di detenzione e al rispetto dei diritti umani. Ad esempio, nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Porto Empedocle, i detenuti sono stati alloggiati in container, suscitando critiche per le condizioni di vita definite inadeguate e contrarie ai principi costituzionali.