Lo scorso sabato 22 marzo, Omar Suleiman, noto regista e attivista palestinese residente a Napoli da oltre quattro decenni, è stato vittima di un’aggressione a sfondo razziale nei pressi della stazione della Cumana di Montesanto. L’episodio si è verificato intorno alle 16:30, mentre Suleiman e un suo compagno, entrambi membri della Comunità Palestinese della Campania, indossavano le tradizionali kufie. Secondo la testimonianza di Suleiman, un individuo ha iniziato a provocarli ripetutamente durante il viaggio in treno, suonando l’inno israeliano dal proprio cellulare e tentando di instaurare un contatto fisico. Nonostante i due abbiano evitato di reagire, l’aggressore li ha attesi alla stazione di Montesanto, dove li ha assaliti alle spalle.
Suleiman ha espresso profonda preoccupazione per l’indifferenza mostrata dai presenti durante l’incidente. In un post su Facebook, ha evidenziato come alcune persone abbiano minimizzato l’accaduto, attribuendolo a “fatti di religione”. Ha sottolineato l’importanza di denunciare pubblicamente tali episodi, soprattutto in un contesto politico internazionale caratterizzato da una crescente indifferenza verso le problematiche palestinesi.
Numerose sono state le manifestazioni di solidarietà nei confronti di Suleiman. L’associazione “Memoria in Movimento” ha condannato l’aggressione, definendola un atto islamofobico contro il diritto alla vita e alla libertà del popolo palestinese. La CGIL Napoli e Campania, attraverso il segretario generale Nicola Ricci, ha espresso vicinanza a Suleiman, condannando fermamente l’episodio e auspicando un rapido intervento delle autorità per individuare i responsabili.
Anche l’amministrazione comunale di Napoli ha preso posizione, condannando l’aggressione e ribadendo l’impegno della città nel promuovere valori di convivenza pacifica, rispetto e tolleranza.