La tragica vicenda della piccola Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi morta ad Acerra lo scorso 15 febbraio, continua a essere al centro delle indagini delle autorità. Secondo le prime ricostruzioni, la bambina sarebbe stata aggredita dal pitbull di famiglia, Tyson, mentre si trovava in casa con il padre, Vincenzo Loffredo, 25 anni. L’uomo, che ha inizialmente dichiarato che la figlia era stata attaccata da un cane randagio, è attualmente indagato per omicidio colposo e omessa vigilanza dell’animale.
Gli sviluppi delle indagini
Le autorità hanno sequestrato i telefoni cellulari dei genitori di Giulia per analizzare le comunicazioni e gli spostamenti nelle ore precedenti la tragedia. Inoltre, sono stati effettuati tamponi sul corpo della bambina e sul cane Tyson per confrontare il DNA e confermare l’effettiva responsabilità dell’animale nell’aggressione. I risultati di queste analisi sono attesi nelle prossime settimane.
Un elemento controverso emerso recentemente riguarda il presunto ritrovamento di un pigiamino insanguinato nei rifiuti, che potrebbe indicare un cambio di abiti della bambina prima del trasporto in ospedale. Tuttavia, sia l’avvocato di Vincenzo Loffredo sia la Procura hanno smentito tali notizie, affermando che nei verbali della scientifica non vi è traccia di questo ritrovamento.
Un ulteriore punto di discussione riguarda la pulizia dell’appartamento dopo l’incidente. Secondo alcune fonti, l’abitazione sarebbe stata ripulita prima dell’arrivo delle autorità, presumibilmente per evitare che la madre di Giulia vedesse le tracce di sangue. Questo potrebbe aver compromesso la scena e complicato le indagini.
La posizione del padre
Vincenzo Loffredo ha richiesto di essere nuovamente ascoltato dagli inquirenti per chiarire le incongruenze emerse nelle sue precedenti dichiarazioni. L’uomo ha ammesso di essersi addormentato profondamente accanto alla figlia dopo una lunga giornata di lavoro e di aver trovato la bambina ferita al suo risveglio. Inoltre, è risultato positivo ai cannabinoidi, circostanza che potrebbe aver influito sulla sua capacità di vigilare sulla figlia.
Le analisi in corso
Oltre alle analisi del DNA, sono in corso esami sulle feci dei cani per verificare la presenza di tracce organiche riconducibili alla bambina. Questi risultati saranno fondamentali per ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto e attribuire eventuali responsabilità.
Le autorità continuano a lavorare per fare piena luce su questa tragica vicenda, nella speranza di fornire risposte definitive alla famiglia della piccola Giulia e all’intera comunità di Acerra.