I braccialetti elettronici antistalking sono stati introdotti con la promessa di proteggere le vittime di violenza domestica e stalking, monitorando gli aggressori e garantendo il rispetto delle misure restrittive. Tuttavia, diversi casi di cronaca hanno dimostrato che questi dispositivi spesso non funzionano come dovrebbero, lasciando le vittime esposte a gravi pericoli.
Tecnologia fallace e ritardi nelle segnalazioni
Uno dei principali problemi dei braccialetti è il malfunzionamento della tecnologia. In alcuni casi, i dispositivi si sono rivelati inefficaci nel segnalare tempestivamente le violazioni dei divieti di avvicinamento. Ritardi nella trasmissione dei segnali alle forze dell’ordine, errori di geolocalizzazione e difficoltà tecniche compromettono la sicurezza delle vittime, che spesso scoprono troppo tardi che il loro persecutore è vicino.
Casi di cronaca allarmanti
Diversi episodi hanno messo in luce i limiti di questi strumenti. In Italia, ci sono stati casi in cui i braccialetti non hanno impedito agli stalker di raggiungere le loro vittime, con conseguenze tragiche. Alcuni dispositivi si sono scaricati senza preavviso, mentre in altri casi gli aggressori hanno trovato modi per rimuoverli o manometterli.
Diversi casi di cronaca hanno evidenziato l’inefficacia dei braccialetti elettronici anti-stalking nel garantire la sicurezza delle vittime. Ad esempio, Celeste Palmieri è stata uccisa a San Severo (Foggia) il 18 ottobre 2024 dal marito, Mario Furio, che indossava il dispositivo al momento del delitto. Analogamente, Roua Nabi è stata assassinata a Torino nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2024 dall’ex marito, nonostante quest’ultimo fosse sottoposto a misure cautelari con braccialetto elettronico.
Questi episodi mettono in luce gravi malfunzionamenti dei dispositivi, come disconnessioni, errori di segnalazione e ritardi nell’attivazione degli allarmi. Già nel 2023, l’USMIA Carabinieri aveva segnalato tali criticità al governo, sottolineando come i falsi allarmi sovraccaricassero le linee del 112, sottraendo risorse al pronto intervento e alla sicurezza del territorio.
Secondo dati aggiornati al 15 novembre 2024, i braccialetti elettronici attivi in Italia erano 10.458, di cui 4.677 anti-stalking, in aumento rispetto ai 5.695 dispositivi attivi nel novembre 2023. Tuttavia, l’incremento nell’adozione di questi strumenti non ha portato a una corrispondente efficacia nella protezione delle vittime, evidenziando la necessità di una revisione del sistema per garantire la loro sicurezza.
Mancanza di risorse e di formazione
Un altro problema è la mancanza di personale adeguatamente formato per gestire le segnalazioni. Le forze dell’ordine, spesso sovraccariche di lavoro, possono non intervenire con la rapidità necessaria quando il sistema segnala una violazione. Inoltre, le risorse economiche per garantire il corretto funzionamento di questi dispositivi sono limitate, portando a inefficienze e ritardi.