Si sono svolti nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 14 novembre, nella chiesa di Santa Maria a Formiello a Napoli, i funerali di Arcangelo Correra, il 18enne ucciso poco prima dell’alba di sabato 9 novembre da un colpo di pistola esploso da un amico, Renato Caiafa, durante quello che viene descritto come una sorta di gioco finito in tragedia, in piazzetta sedil Capuano, poco distante dall’abitazione di Arcangelo.
Caiafa si trova recluso nel carcere di Poggioreale da quando, nell’arco della stessa giornata di sabato, poco dopo il decesso dell’amico avvenuto all’ospedale Vecchio Pellegrini, si è presentato spontaneamente in questura per fornire la sua versione dei fatti agli inquirenti. Una versione che continua a non convincere. Tantissimi gli appelli lanciati anche da amici e familiari affinché chi è a conoscenza della verità si faccia avanti, rompendo il muro d’omertà che sembra incidere pesantemente sulla vicenda.
“Se non siamo qui per gridare con tutto il cuore e con tutte le nostre forze ‘basta con questa violenza’, allora non faremo nulla per Arcangelo”, ha affermato Don Mimmo Battaglia, chiamato a celebrare l’ennesimo funerale di un giovane ucciso.
Rivolgendosi ai ragazzi presenti ha chiesto: “Perché siete qui oggi? Solo per piangere? Per salutare una persona che non vedrete mai più? Per amore? Per onorare Arcangelo?. Se davvero sono vere le nostre lacrime non possiamo fingere, perché Arcangelo non merita la nostra finzione. Non possiamo essere ipocriti, perché facciamo morire di nuovo Arcangelo. Se non siamo qui per gridare basta a questa violenza, non faremo nulla per Arcangelo. Basta con la morte dei ragazzi, basta con ogni logica di violenza. Non possiamo fingere. Tutto questo dipende anche da voi, da noi, da tutti.
Vi prego, non abbiate paura di avere paura e abbiate il coraggio di avere coraggio, perché le cose possono cambiare. Ma dovete avere il coraggio di mettervi in gioco nel nome della verità, del Vangelo, della vostra coscienza. Vi prego, non date mai a nessuno in appalto la vostra coscienza. Difendete sempre la vostra dignità e libertà. È il modo vero che abbiamo di onorare Arcangelo. Ricominciare, cambiare via. Significa credere che la violenza porterà solo violenza. Nel nome di Arcangelo scegliete di stare dalla parte della vita, non sprecate gli anni più belli. Le armi non servono, le armi sono morte, volete onorare Arcangelo, scegliete l’onestà.”
Infine, l’arcivescovo ha esortato i presenti a rendere omaggio alla memoria di Arcangelo non solo con le parole, ma con i fatti, facendo sì che il giovane ucciso continui a vivere nel cuore e nelle scelte quotidiane di chi lo ha conosciuto.
Tantissimi i giovani che indossavano una t-shirt bianca sulla quale era stampata la foto di Arcangelo Correra e la scritta “Io sono leggenda”. Dietro un’altra scritta: “Vivi sempre con noi. Ti ricorderemo con quel sorriso stampato in faccia. ARCA”.
La bara bianca è stata portata a spalla da parenti e amici, dal luogo dell’omicidio alla chiesa. La madre 18enne è stata colta da un malore mentre saliva le scale della chiesa e durante la celebrazione religiosa.