Una ricorrenza festeggiata senza badare a spese, quella celebrata pochi giorni fa in casa Romano, in occasione del diciottesimo compleanno del figlio minore del ras della droga dell’Isolato due del rione De Gasperi di Ponticelli, Salvatore Romano detto “il nippolo”, a capo di una delle piazze di spaccio più longeve e redditizie della città di Napoli.
Condannato a 15 anni di reclusione, un anno dopo l’arresto, avvenuto a marzo del 2021, Romano si è visto concedere gli arresti domiciliari fuori regione, mentre il business illecito che colloca il suo “supermarket della droga” tra i presidi di spaccio più gettonati del quartiere Ponticelli, non ha mai conosciuto un momento di crisi. Un business illecito radicato da decenni nel fatiscente edificio dell’ex fortino dei Sarno dove risiede la famiglia Romano che ha organizzato la vendita in scomparti. Oltre ad hashish e marijuana, la cocaina e il crack sono tra le sostanze più vendute, capaci di richiamare decine di acquirenti tutte le sere, dal tramonto all’alba.
Un’attività illecita che, stando a quanto dichiarato da diversi collaboratori di giustizia, frutta alla famiglia Romano un guadagno mensile pari a cinquecentomila euro.
Mezzo milione di euro.
Cifre esorbitanti che trovano un effettivo riscontro nell’ostentazione di sfarzo e lusso andata in scena per celebrare l’ingresso nel mondo dei maggiorenni del figlio minore del ras della droga.
Fiumi di champagne, regali lussuosi, tra i quali spiccano un Rolex e la City car nuova di zecca regalata dal fratello maggiore. Così come non è passata inosservata la presenza delle figure di spicco del clan De Micco, organizzazione che detiene il controllo degli affari illeciti a Ponticelli. Un fatto che non desta scalpore, ma che conferma l’amicizia fraterna che intercorre tra i figli del “nippolo” e i figli dei boss dei De Micco e i giovanissimi che ricoprono un ruolo di primo ordine all’interno dello stesso clan, già sbandierata con una certa frequenza da diverso tempo sui social network più in voga tra i giovani. La folta presenza dei “bodo” alla festa di 18 anni di Romano junior non è di certo una sorpresa, così come non desta scalpore l’ostentazione di denaro e potere esibita da una delle famiglie malavitose economicamente più influenti del quartiere.
A destare stupore, ancora una volta, è l’impunità che scandisce le gesta dei narcos di casa nostra, notoriamente avvezzi a guadagnarsi da vivere vendendo fiumi di stupefacenti, pur non andando incontro a nessun tipo di controllo o sanzione, malgrado quello stile di vita difficilmente possa trovare una legittimazione sul fronte fiscale. Eppure, il florido business che imperversa in casa Romano, trova spazio in dozzine di pagine delle recenti ordinanze che concorrono a ricostruire lo scenario camorristico ponticellese, al pari dei verbali che riportano le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia che continuano ad indicare le piazze di droga radicate da decenni nell’isolato due e tre del rione De Gasperi come le più appetibili agli occhi dei clan operanti in zona e che non a caso in più circostanze sono entrati in conflitto proprio dopo aver avanzato una richiesta estorsiva ai due gestori del business più prolifero del quartiere: Salvatore Romano nell’isolato due e Pasquale Tarallo nell’isolato tre.
L’ultimo atto di vanità andato in scena in casa Romano è documentato dai plurimi contenuti pubblicati sui social per mostrare le tante bottiglie di costoso champagne stappate per consacrare l’ennesimo festeggiamento all’insegna dello sfarzo e degli eccessi, consapevoli di recuperare nel giro di pochi giorni il denaro speso per strabiliare amici e parenti, dimostrando anche l’eccellente stato di salute di cui godono gli affari di famiglia, malgrado i plurimi controlli andati in scena di recente nei rioni di Ponticelli controllati dalla camorra.
La famiglia Romano sbeffeggia e schernisce lo Stato, umilia e deride le famiglie costrette a vivere “nell’inferno della camorra di Ponticelli”, sbattendogli in faccia quelle scene che offendono il tenore di vita umile, ma onesto che segna la quotidianità di chi è costretto a subire le angherie e gli schiamazzi che scandiscono il business d’oro che da decenni arricchisce Romano, Tarallo e le rispettive famiglie.