Gli emissari incaricati per conto e in nome del clan De Micco di riscuotere la tangente di ferragosto dalle attività commerciali di Ponticelli avrebbero iniziato il loro giro già da diverse settimane, quindi in netto anticipo rispetto agli altri anni.
Una mossa frutto di un piano ben preciso finalizzato a bruciare sul tempo le organizzazioni rivali, i De Martino in primis. I De Micco non potevano prevedere che il 1° luglio sarebbe sopraggiunto un blitz che avrebbe facilitato notevolmente le cose facendo scattare le manette per il boss Francesco De Martino, oltre che per sua moglie Carmela Ricci – che in passato, durante la detenzione di marito e figli, non si è tirata indietro e ha ereditato la reggenza del clan – e i gregari più fedeli. Un’uscita di scena che ha ormai ridotto all’osso la presenza degli “XX” a Ponticelli e che pertanto hanno smesso di rappresentare una minaccia, soprattutto sul fronte delle estorsioni.
Alla vigilia della scorsa Pasqua, infatti, si erano già registrate una serie di fibrillazioni e in più circostanze gli “XX” si erano riversati tra le strade del quartiere con le armi in bella mostra a caccia di un bersaglio da stanare. L’oggetto della disputa era proprio da ricondurre alle richieste estorsive che gli emissari dei De Micco avevano avanzato nella zona storicamente di competenza dei De Martino. Uno dei tanti risvolti scaturiti dal tentato omicidio di Ciro Naturale, finito nel mirino dei killer quando ricopriva il ruolo di reggente del clan De Micco.
Un tentato omicidio che ha introdotto un’estate particolarmente rovente tra le strade di Ponticelli, quella targata 2023.
Un tentato omicidio pianificato ed eseguito dai De Martino, così come emerge anche dai riscontri investigativi. Alleati dei De Micco fino a quel momento, i De Martino approfittarono di una serie di scarcerazioni che hanno li hanno legittimati a tentare il colpaccio per stravolgere gli equilibri e assoggettare i De Micco, ma Naturale rimase gravemente ferito e dopo una breve degenza ospedaliera, tornò a casa. Un piano non andato a buon fine e che quindi ha solo ulteriormente inasprito le ostilità tra le parti. Dal loro canto, i De Martino sono consapevoli che la loro forza, l’asso nella manica che possono giocare in qualsiasi occasione per beneficiare di una certa immunità si chiama Antonio De Martino: il primogenito di Ciccio ‘o pazzo, nonché il killer che a suon di omicidi eccellenti ha consacrato l’ascesa dei De Micco e che lo hanno condannato a vivere il resto dei suoi giorni in carcere. Non ha più niente da perdere, Antonio De Martino e da un momento all’altro potrebbe capitolare decidendo di collaborare con la giustizia, pur di mettere piede fuori dal carcere. Una circostanza che i De Micco mirano a scongiurare in tutti i modi ed è per questo che il tentato omicidio di Naturale è rimasto un episodio isolato che non ha sortito altre conseguenze, almeno in termini di agguati.
Nessun agguato indirizzato ai De Martino, ma all’indomani del grave ferimento di Naturale, i De Micco hanno chiuso i rubinetti agli alleati, sempre più scomodi e difficili da gestire. Un equilibrio da preservare a tutti i costi per evitare che la situazione precipiti generando un epilogo disastroso per le parti coinvolte e che rischierebbe solo di agevolare l’ascesa dei rivali, come già accaduto in passato, all’indomani del blitz che nel 2017 portò all’arresto delle figure apicali del clan De Micco, compreso Antonio De Martino che da quel giorno è recluso in carcere. I De Micco si sono pertanto limitati a relegare i De Martino nella loro zona di competenza, il rione Fiat, consentendogli di rifornire di hashish tutte le piazze del quartiere. Questo è quanto. In virtù degli equilibri mutati, ala vigilia della scorsa Pasqua, i De Micco avrebbero riscosso le estorsioni anche presso alcune attività commerciali storicamente taglieggiate dai De Martino.
Uno scenario che avrebbe concorso a inasprire le ostilità e proprio per questo, in vista delle estorsioni estive, gli emissari dei De Micco si sarebbero mossi con largo anticipo per bruciare sul tempo gli alleati/rivali.
Un fatto che ha destato ulteriore clamore tra i commercianti è che le richieste estorsive per conto dei De Micco, nella zona controllata dagli “XX”, sarebbero state avanzate dallo stesso soggetto che ha sempre svolto la stessa mansione per i De Martino. Un dettaglio che concorre a generare confusione tra i civili, ma ampiamente confermato dalla presenza dello stesso soggetto in occasione di una serie di pestaggi compiuti da un gruppo composto da giovani affiliati al clan De Micco.
Dietro la strategia che ha portato i De Micco ad anticipare le estorsioni estive si celerebbe una necessità ben precisa: quella che vede uno dei due reggenti del clan adoperarsi in maniera quasi ossessiva per accaparrare il maggior quantitativo di denaro possibile, cercando di trarre il massimo beneficio dal suo status di boss del clan egemone a Ponticelli.