Sembrava una delle tante liti tra giovanissimi per futili motivi poi sfociate nel sangue, quella avvenuta la sera dello scorso giovedì 11 luglio in un bar di via Aldo Moro a Volla, comune al confine con Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli in preda dell’ennesima faida di camorra. E invece, i nomi e le parentele dei giovani coinvolti e soprattutto i fatti avvenuti nelle ore successive disegnano uno scenario ben diverso che lascia poco spazio alla casualità.
Un gruppo composto da una dozzina di giovanissimi provenienti dal quartiere Ponticelli, si sarebbe recato nel bar teatro del tentato omicidio di un 15enne, annunciando l’intenzione di litigare con qualcuno per ammazzare la noia. Armati di coltelli e impazienti di attaccare briga con un coetaneo contro il quale accanirsi, avrebbero puntato il fratello minore di Alessio Bossis, il 22enne legato ai Minichini-De Luca Bossa assassinato ad ottobre del 2022 nel parcheggio di “In piazza” a Volla, suo comune di residenza. Scarcerato a maggio dello stesso anno e sorvegliato speciale, Bossis aveva più volte violato le limitazioni che era tenuto a rispettare e stava fondando il suo gruppo autonomo, pestando i piedi ai clan operanti sul territorio che avrebbero deliberato all’unanimità la sua morte nell’ambito di un summit al quale parteciparono anche i Veneruso di Volla, particolarmente indispettiti dal fatto che il 22enne anche nel suo comune di residenza aveva manifestato ambizioni criminali. Per questo motivo i Veneruso diedero ai killer l’autorizzazione di entrare in azione nella loro zona. Gli esecutori materiali sarebbero due giovani affiliati ai De Micco, clan che il 22enne aveva più volte cercato di colpire mettendo a segno delle incursioni armate nei loro fortini.
Il 16enne che avrebbe sferrato due coltellate al fratello minore di Bossis lo scorso 11 luglio è il fratello di un affiliato ai De Micco attualmente detenuto. Difficile ipotizzare che il 15enne sia finito casualmente nel mirino dell’aggressore, ancor più all’indomani del secondo episodio avvenuto la sera scorsa, venerdì 12 luglio. Nel mirino di tre affiliati al clan De Micco – un adulto e due giovani, tra i quali anche uno dei due indiziati per l’omicidio di Alessio Bossis – il fratello minore di uno dei fedelissimi del 22enne ucciso nel 2022 che era insieme a lui quando i killer sono entrati in azione.
L’aggressione di Bossis junior sarebbe stata preceduta da un diverbio, nell’ambito del quale sarebbe volato un ceffone che avrebbe funto da pretesto per “legittimare” il tentato omicidio del 15enne, ricoverato in prognosi riservata.