Una conferma della veridicità delle notizie pubblicate nei mesi scorsi dal nostro giornale, in riferimento all’attività svolta da Vincenzo Sollazzo, 53enne consigliere della VI Municipalità di Napoli, membro della coalizione che sostiene il sindaco Manfredi, giunge da una delle sue stesse vittime.
Ciro Oliva, ormai ex collaboratore di giustizia, di recente, ha contattato la direttrice di Napolitan.it, La giornalista Luciana Esposito per rilasciare una serie di dichiarazioni.
Oliva avrebbe troncato il percorso di collaborazione al termine dei 180 giorni – il termine previsto dalla legge entro il quale il collaboratore deve riferire tutte le informazioni in suo possesso – e dopo aver firmato tutti i verbali contenenti le dichiarazioni che ha spontaneamente reso alla magistratura, motivo per il quale figurano anche le sue dichiarazioni tra quelle riportate nell’ordinanza che lo scorso maggio ha fatto scattare le manette per il consigliere della VI Municipalità di Napoli Sabino De Micco ed altre persone accusate di voto di scambio politico-mafioso per i fatti avvenuti in occasione delle ultime elezioni amministrative a Cercola, comune al confine con Ponticelli che annovera nel plesso di edilizia popolare della frazione di Caravita una vera e propria succursale dei clan attivi nella periferia orientale di Napoli.
Le dichiarazioni di Oliva sono state riportate da alcuni siti locali e per questo ha deciso di contattare la giornalista Luciana Esposito per fornire alcune precisazioni. In primis, Oliva precisa di trovarsi in una comunità per curare i suoi problemi di tossicodipendenza e di aver quindi interrotto il percorso di collaborazione con la giustizia. Sostine anche di aver smentito le dichiarazioni rese alla magistratura. Inoltre, Oliva ci tiene a precisare che non si è mai dichiarato affiliato al clan Minichini-De Luca Bossa. In effetti, dai soggetti che orbitano nel contesto malavitoso ponticellese viene descritto come una figura “trasversale”, addentrata soprattutto nel business della droga e in affari con svariate organizzazioni, radicate anche oltre i confini del quartiere Ponticelli.
In riferimento alla compravendita delle case di edilizia popolare, business d’oro dei clan di Ponticelli, Oliva ha confermato in toto il coinvolgimento del consigliere Sollazzo, gestore di un caf e patronato nel Parco Conocal, che avrebbe contribuito a cancellare la residenza dei legittimi assegnatari degli alloggi per concorrere a regolarizzare la posizione degli occupanti abusivi introdotti dal clan.
Oliva fa riferimento a un episodio ben preciso e che lo riguarda da vicino: anche la sua famiglia sarebbe finita nel mirino dell’organizzazione ,agevolata dall’intervento di Sollazzo e ha confermato di aver riferito anche alla magistratura queste informazioni. L’ex collaboratore si riferisce all’appartamento in cui viveva prima di essere arrestato, proprio nel Conocal di Ponticelli, fortino del clan D’Amico. Le nuove leve del clan dei cosiddetti “fraulella” avrebbero agito in concerto con Sollazzo per cancellare la residenza del suo nucleo familiare e favorire l’insediamento di una nuova famiglia.
Un fatto che trova pieno riscontro, del resto, nelle dozzine di testimonianze che continuano a pervenire alla nostra redazione da più di un anno, oltre che dai bollettini dei canoni d’affitto sui quali figurano le intestazioni fittizie ad opera del “mago Sollazzo”.
Decine di famiglie si sono viste privare del diritto alla casa per mano di un consigliere della VI Municipalità di Napoli: questo lo scenario che trova sempre più conferma, alla luce degli elementi che continuano ad emergere.