La stagione calcistica 2023/2024 sta per giungere al termine e per certi versi il Napoli può tirare un sospiro di sollievo, a prescindere da quello che sarà il risultato finale. Da campioni d’Italia in carica gli azzurri hanno faticato molto più del previsto nel mantenere un livello di rendimento dignitoso e già dopo poche settimane dall’inizio della Serie A le possibilità di difendere il titolo nazionale erano sfumate. Un vero peccato, considerando che nella stagione 2022/2023 il Napoli aveva confezionato un campionato da record. Ad ogni buon conto, l’Inter ha vinto meritatamente lo scudetto con un netto distacco sulle inseguitrici e difficilmente il Napoli attuale sarebbe riuscito a stare al passo dei nerazzurri. La fine di questa stagione, comunque, permetterà ad Aurelio De Laurentiis di ragionare a bocce ferme sul futuro della squadra. Nel corso di questa annata si sono avvicendati ben 3 allenatori sulla panchina partenopea e nessuno di loro è stato in grado di riconsegnare un gioco convincente.
Il primo a finire sul patibolo mediatico era stato Rudi Garcia, scelto da ADL per una questione puramente tattica. Il modulo preferito del tecnico francese era infatti lo stesso di Luciano Spalletti. In questo modo si immaginava che il nuovo Napoli avrebbe conservato una certa continuità. Solo in un secondo momento si è scoperto che Rudi Garcia non aveva mai visto una partita del vecchio Napoli e ben presto le differenze sono venute a galla, a partire dall’atteggiamento fin troppo difensivista. Quando c’era da battere il ferro finché caldo, il mister preferiva infatti coprirsi per salvare un pareggio piuttosto che cercare una vittoria. Non a caso più di un giocatore ha manifestato platealmente il proprio disappunto nei confronti di Garcia. Le voci di un esonero si rincorrevano già ad ottobre, ma il presidente ha posticipato ogni decisione a novembre.
In pochi avrebbero accettato di prendere il Napoli in corsa, sebbene Garcia lo avesse lasciato comodamente al quarto posto nella classifica di campionato e in piena corsa per l’accesso agli ottavi di Champions League. A dirla tutta, fino a qualche settimana prima le aspettative sembravano incoraggianti anche in campo europeo, con esperti, addetti ai lavori, pronostici e quote sulla Champions League che segnalavano la compagine partenopea come una delle più temibili, ma in breve la squadra ha conosciuto un vero e proprio ridimensionamento. De Laurentiis ha ripiegato quindi su una vecchia conoscenza come Walter Mazzarri, che tra il 2009 e il 2013 aveva guidato gli azzurri riportandoli dopo tanti anni sui principali palcoscenici europei, oltre che alla vittoria di un trofeo conquistando una Coppa Italia. Curiosamente, l’allenatore toscano non ha optato per una difesa a 3, che tempo addietro era diventato il suo marchio di fabbrica, ma ha provato a proseguire il lavoro di Spalletti, affermando di averlo ammirato e studiato. Mazzarri è rimasto alla guida della squadra per 12 partite di campionato, esattamente come Rudi Garcia, abbassandone però drasticamente la media punti da 1,75 a 1,25, trascinandola all’ottavo posto della Serie A.
Aver dovuto fare a meno di Victor Osimhen per buona parte della sua seconda esperienza all’ombra del Vesuvio non è bastato per giustificare Mazzarri, che ha rimediato 4 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte tra novembre e febbraio, per poi lasciare il posto a Francesco Calzona appena prima della gara d’andata degli ottavi di Champions col Barcellona, conclusasi col punteggio di 1-1 al Maradona. Anche il terzo mister, peraltro simultaneamente impegnato in qualità di ct della nazionale slovacca, ha deciso di continuare ad adottare il 4-3-3. I problemi del Napoli, però, non sono stati cancellati. Khvicha Kvaratskhelia non è più tornato quello dell’anno scorso, Natan si è rivelato un acquisto sbagliato e Alex Meret si è concesso troppe leggerezze tra i pali. Come se non bastasse, Piotr Zielinski e lo stesso Victor Osimhen avevano già salutato virtualmente il Napoli: il primo è in scadenza e promesso all’Inter, il secondo sogna una grande piazza internazionale.
In cuor suo De Laurentiis sperava in un exploit di Calzona per confermarlo anche per la prossima stagione, ma il cambio di rotta non si è verificato e anzi il Napoli rischia persino di rimanere escluso da tutte le competizioni europee. Cercare un profilo adatto in una situazione del genere non sembra affatto semplice, però. A gennaio Antonio Conte aveva rifiutato l’invito a prendere le redini di una squadra a metà campionato e in ogni caso la strada che porta all’ex juventino è difficilmente percorribile. La creazione del futuro Napoli dovrà passare comunque anche attraverso il mercato. Finché non sarà ufficializzato il nuovo allenatore, ogni trattativa potrebbe risultare azzardata.