Un complicato intreccio tra alleanze stipulate e poi rinnegate, rancori e conti in sospeso legati a un passato tutt’altro che dimenticato e che racconta di affronti e ferite mai sanate, ai quali si aggiungono i dissidi più recenti: sono solo alcune delle suggestioni che introducono il clima di feroce ostilità che si respira tra i rioni in balia della camorra di Ponticelli, in particolare nel rione De Gasperi, dove si sono verificati due raid nel giro di pochi giorni: tre le auto incendiate nella prima circostanza, un’altra vettura è stata divorata dalle fiamme pochi giorni dopo. In quest’ultimo caso, si sarebbe verificata anche l’esplosione di una bomba. Appena un mese fa, lo scorso 18 gennaio, a ridosso della piazza di droga più gettonata del quartiere, quella radicata nell’isolato due del rione De Gasperi, furono piazzati due ordigni. Uno esplose, mentre l’altro fu disinnescato accidentalmente.
Una serie di episodi che sarebbero riconducibili al rampollo di casa Amitrano, tornato in libertà di recente e che avrebbe immediatamente ufficializzato la rottura con i De Luca Bossa per tornare in affari con i De Micco, un tempo rinnegati contestualmente al blitz che nel 2017 decretò la fine della prima era camorristica del clan fondato dai fratelli Marco, Salvatore e Luigi De Micco, proprio per passare dalla parte dei clan alleati di Napoli est di cui i De Luca Bossa erano parte integrante. Malgrado l’attentato eccellente compiuto da questi ultimi in cui perse la vita Luigi Amitrano, nipote e autista del boss Vincenzo Sarno, nonchè cugino di Domenico e Annamaria Amitrano, i due soggetti più addentrati nelle dinamiche malavitose che diedero man forte ai De Luca Bossa nel corso della faida contro i De Micco.
Uno scenario mutato per l’ennesima volta di recente, seppure da diverso tempo erano in corso schermaglie tra i giovani rampolli delle due famiglie camorristiche. Dissidi spesso sfociati in episodi di violenza, come avvenne a dicembre del 2022: una lite scoppiata in carcere tra Umberto De Luca Bossa e Pasquale Ronza detto calimero, genero di Mimì Amitrano, nell’ambito della quale ebbe la peggio il rampollo del clan del Lotto O e che sfociò ben oltre le mura carcerarie portando a due raid incendiari indirizzati alle donne di casa Amitrano. Il primo indirizzato all’auto di Annamaria Amitrano, figlia di Mimì e compagna di Ronza – la vettura incendiata era utilizzata da Ronza – e pochi giorni dopo anche l’auto di sua zia andò incontro allo stesso destino. Due raid che rappresentarono la vendetta della cosca del Lotto O per l’affronto subito da Umberto De Luca Bossa. Un punto di non ritorno raggiunto dopo una serie di episodi che videro in più occasioni Ronza e suo cognato Romualdo Amitrano sfidare i fratelli Umberto ed Emmanuel De Luca Bossa.
Quando le auto delle donne di casa Amitrano furono incendiate, le redini del clan De Luca Bossa erano state affidate a Lorenzo Valenzano, giovane rapinatore del quartiere, andato incontro a una rapida ascesa nel contesto criminale, principalmente scaturita proprio dalla situazione di oggettiva difficoltà attraversata dalla cosca del Lotto O, soprattutto in seguito agli arresti che avevano rimaneggiato il clan.
In quest’ottica, il raid che di recente ha distrutto l’auto della moglie di Valenzano, sul quale tutto lascia presagire che ci sia la firma del rampollo di casa Amitrano, potrebbe rappresentare un’azione ritorsiva, una vendetta voluta per punire l’ex alleato per aver compiuto quell’affronto.
Lorenzo Valenzano fu arrestato a gennaio del 2023, insieme ad altri affiliati tra i quali anche Annamaria Amitrano, la sorella di Mimì, alias bambola di pezza, che diede il suo contributo nella faida tra i De Micco e i De Luca Bossa, supportando la causa di questi ultimi. Arrestati da alleati, nell’ambito dello stesso blitz quando probabilmente tra gli Amitrano e gli affiliati e i vertici del clan De Luca Bossa era già avvenuta la rottura definitiva.
La rapidità con la quale si rompono le alleanze per favorire la nascita di nuovi equilibri camorristici concorre a rendere ancora più difficile da decifrare l’evoluzione degli eventi criminali. Tutt’altro che semplice e scontato attribuire un significato agli episodi recenti e provare a tracciare un quadro aggiornato della situazione.
Appare chiaro che Lorenzo Valenzano sia identificato come una delle figure più significative del clan De Luca Bossa. Inoltre, la sua partecipazione al raid che distrusse l’auto della moglie del ras dei De Micco Ciro Naturale, potrebbe rappresentare un’altra possibile motivazione che avrebbe spinto i rivali a restituire l’affronto subito, riservando lo stesso trattamento alla vettura di sua moglie. Un raid che ben si presta a una serie di interpretazioni, non ultima la pista che riconduce all’atto di irriverenza che il giovane Amitrano avrebbe inscenato non appena tornato in libertà andando a riscuotere le tangenti per conto del clan De Micco in una zona storicamente controllata dai De Luca Bossa. In quest’ottica i recenti raid potrebbero rappresentare un severo avvertimento, nonchè un invito esplicito a non intralciare i piani della nuova compagine camorristica che vede la famiglia Amitrano intenzionata a spodestare gli ex alleati del clan De Luca Bossa, forte del vigore acquisito tornando in affari con i De Micco.
Sembrano destinate a introdurre uno scenario apocalittico le fiamme che hanno divorato quelle automobili nell’ex fortino dei Sarno, famiglia con la quale anche Valenzano è imparentato in maniera indiretta, avendo sposato la nipote di Patrizia Ippolito, moglie dell’ex boss di Ponticelli Vincenzo Sarno. Sprezzanti dei vincoli familiari, diretti o acquisiti, gli interpreti della camorra ponticellese sembrano intenzionati ad introdurre la resa dei conti e chiudere la pratica con gli ex alleati, annunciando al contempo la volontà di rivendicare un ruolo di rilievo nell’ambito del contesto criminale locale.