I nove colpi d’arma da fuoco esplosi dal commando che a bordo di un’auto ha fatto irruzione in via Franciosa a Ponticelli, fortino del clan Casella, potrebbero rivelarsi destinati ad introdurre l’ennesima escalation di violenza tra le strade del quartiere.
Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dagli abitanti di via Franciosa, richiamati dagli spari e dalle urla dei giovani finiti nel mirino dei sicari che hanno ferito un 18enne agli arti inferiori, quel commando sarebbe partito dal parco Conocal di Ponticelli, roccaforte dei D’Amico.
Uno scenario più che plausibile, considerando che i cosiddetti “fraulella” di recente sono entrati in rotta di collisione con alcuni membri del clan Casella radicati nel rione Luzzatti. Dissidi che hanno fatto registrare due incursioni armate a distanza ravvicinata nel Conocal, sulle quali ci sarebbe la firma dei Casella. L’ultima, in particolare, quella avvenuta lo scorso 29 ottobre, sarebbe proprio opera del gruppo di giovanissimi insediatosi in via Franciosa, sotto le direttive delle donne del clan Casella, per rifondare l’organizzazione.
Ad introdurre le ostilità, un litigio nato per motivi di carattere economico: un ammanco importante nelle casse destinate a sovvenzionare l’attività di usura che nel Conocal era gestita da alcune donne del clan D’Amico in affari con quelle del clan Casella residenti nel rione. Le figlie del boss Antonio D’Amico sarebbero indicate come le responsabili di quel buco nel bilancio dell’organizzazione e nell’ambito dell’ennesima discussione dai toni sempre più accesi, una giovane donne legata al clan Casella avrebbe avuto la peggio, in quanto vittima di un violento pestaggio da parte delle donne della fazione rivale.
Un duplice affronto al quale i Casella avrebbero immediatamente replicato poche ore dopo l’aggressione subita dalla giovane parente facendo irruzione in via al chiaro di luna, quartier generale del clan D’Amico nel rione Conocal, per mettere la firma sul primo raid che ha sancito il punto di non ritorno. In quell’occasione, tre auto in sosta furono danneggiate dai proiettili, ma non si registrarono feriti. Secondo quanto riferito dagli abitanti del Conocal, le donne del clan D’Amico erano in strada quando il gruppo di fuoco sopraggiunse nel rione ed erano proprio loro l’obiettivo dei sicari, del resto gli spari ad altezza d’uomo lo confermano. Le donne sarebbero riuscite a dileguarsi trovando riparo tra le auto in sosta.
Dopo un breve periodo di tregua, imposto dalla pressione degli inquirenti e dall’attenzione mediatica che hanno portato ad una serie di importanti operazioni effettuate nel Conocal, i Casella avrebbero nuovamente impugnato le armi per rilanciare l’intenzione di vendicarsi dell’affronto subito dai rivali. In quest’ottica matura la sparatoria dello scorso 29 ottobre che vide un commando fare irruzione ancora una volta in via al chiaro di luna per esplodere una serie di colpi d’arma da fuoco, al quale uno dei ras dei D’Amico replicò affacciandosi dall’abitazione nella quale pernottava e che funge da base operativa del clan.
Dal loro canto, i residenti in via Franciosa non hanno dubbi e sono più che sicuri di quello che hanno visto: il commando che ha sparato alla cieca in via Fraciosa, mirando al gruppo di giovani pusher del posto sarebbe partito proprio dal Conocal.
Un’azione dimostrativa che secondo le persone del posto non rappresenterebbe solo la replica ai due raid subiti, ma sarebbe anche finalizzata ad imporre la tangente sulle piazze di droga gestite dai Casella nel loro fortino. Ecco perchè avrebbero mirato proprio al gruppo dei giovani pusher assoldati per ringalluzzire le casse dell’organizzazione fortemente rimaneggiata dai recenti arresti. Uno scenario che confermerebbe la volontà dei D’Amico di provare ad estendere interessi, affari ed egemonia ben oltre i confini del Conocal, rione nel quale il clan si è visto costretto a restare relegato dalla forza egemone dei De Micco prima e dei clan alleati di Napoli est, organizzazione nella quale confluirono anche i Casella.
Restano pochi dubbi in merito all’esistenza di una faida di camorra in corso a Ponticelli tra due clan che seppure ridimensionati da omicidi ed arresti stanno provando a risalire la china e che non sembrano preoccupati dal fatto che i De Micco, clan attualmente egemone, potrebbero non recepire di buon grado il trambusto generato dagli spari che rischia di intralciare il corso degli affari illeciti dell’organizzazione.