Nel pomeriggio di venerdì 26 agosto, i poliziotti del commissariato Ponticelli e della Squadra Mobile della Questura di Napoli, insieme a unità cinofile della Guardia di Finanza, hanno rinvenuto e sequestrato all’interno del “grattacielo” di via Franciosa angolo via Ulisse Prota Giurleo a Ponticelli, un fucile a canne mozze, una pistola semi automatica cal. 45, una bomba a mano, svariati caricatori di armi varie e un ingente quantitativo di munizioni di vario calibro.
Non solo armi. Nello stesso immobile, gli agenti hanno individuato un laboratorio per il confezionamento e il taglio di sostanze stupefacenti.
Una vera e propria base di un nucleo camorristico, quella scoperta dai poliziotti nel cuore del fortino del clan Casella, ormai ridotto all’osso dagli arresti.
Proprio lì, “nel grattacielo” di via Franciosa, da qualche tempo, si è insediato L.M., figura di spicco della malavita locale, il quale avrebbe trovato rifugio presso l’abitazione della suocera. Una presenza che non è passata inosservata. I residenti in zona, da diverse settimane, denunciano un’inquietante via vai di soggetti “dall’aria poco rassicurante”, avvistati mentre entrano ed escono dal “grattacielo”, una palazzina principalmente abitata da famiglie estranee alla malavita e che pertanto vivono con particolare apprensione il clima tutt’altro che sereno che da qualche tempo spira da quelle parti. Così come la costante e massiccia presenza di acquirenti di sostanze stupefacenti che fino a notte fonda si dirigono nel “grattacielo” per accaparrarsi una dose è motivo di apprensione ed allarmismo per i residenti in zona.
Con le figure di spicco del clan Casella dietro le sbarre ormai da un anno e con il solo Vincenzo Casella rimasto a piede libero, insieme al cognato Luigi Aulisio detto Alì, gli eredi del clan fondato da “Paglialone” hanno notevolmente ridimensionato le loro velleità camorristiche, optando per un profilo basso.